Musei, 2021 anno strategico per il Mann. Giulierini: Diventerà primo al mondo per esposizione di arte classica

159

Musei oltre l’emergenza Covid: definisce il 2021 “un anno strategico” il direttore del Museo Archeologico di Napoli, Paolo Giulierini, presentando online, nelle sale attraversate da pochi visitatori (lo scorso anno furono circa 700mila), il MANN che guarda al futuro. “Lo annunciamo – spiega – in giorni difficili, che ci chiamano alla testimonianza come presidi culturali e al massimo impegno verso gli obiettivi che ci siamo dati. Avremo tra un anno un museo mai così fruibile, vasto e stupefacente nei suoi immensi giacimenti di capolavori, mai così aperto alla città. Prima novità, l’ accoglienza “gratuita”. “Dalla prossima primavera l’atrio avrà ingresso libero, e sarà gratuito anche l’accesso al giardino storico della Vanella” anticipa Giulierini. Tremila saranno i mq della nuova area espositiva. In estate, nell’ala occidentale, riapriranno le splendide sale invisibili da mezzo secolo dove torneranno i capolavori della Campania Romana. “In autunno con il raddoppio delle sezioni pompeiane, il MANN potrà orgogliosamente definirsi il più importante museo archeologico al mondo per l’arte classica. In questi ultimi mesi – spiega Giulierini, al suo secondo mandato alla guida del museo autonomo – la pandemia ci ha fatto riconsiderare la struttura stessa del piano strategico 2020/2023. Resta comunque salda la rotta: consegneremo alla città di Napoli il suo museo completamente riaperto, epicentro di un ‘Quartiere della Cultura’ pronto ad accogliere nuovamente il mondo”. Il Piano Strategico 2020/2023 è curato da Ludovico Solima (professore di Management per le imprese culturali dell’ Università della Campania Vanvitelli) ed edito da Electa.

Ecco qualche anticipazione. La sezione “Campania romana” raccoglierà circa duecento reperti che abbellivano edifici pubblici, come le statue dell’ anfiteatro di Ercolano, della antica Capua, le opere colossali del Capitolium di Cuma, la decorazione del Macellum di Pozzuoli. Ad ottobre , nel recuperato Braccio Nuovo del seicentesco palazzo, aprirà la Sezione Tecnologica in collaborazione con il Museo Galileo di Firenze. In tre livelli vi saranno esposti oggetti antichi, la ricostruzione di congegni e macchinari (torchio, vite di Archimede, noria, gru calcatoria, odometro). E ancora tecnologie idrauliche come le grandi valvole rivenute a Pompei, le fistule in piombo, le chiavi, i rubinetti, le bocche di fontana ed un unicum come la ricostruzione di un balneum domestico originale. Un ritorno dopo quasi un secolo: la sezione era stata ideata 1932. Opere pompeiane non esposte da almeno 50 anni troveranno posto invece in due sale prospicienti il Salone della Meridiana: sculture, argenti, commestibili, armi gladiatorie (protagoniste prima di una grande mostra riprogrammata a marzo) consentiranno di ricostruire la cultura materiale, la vita quotidiana ed il gusto abitativo tra il I sec. a. C. e l’eruzione del Vesuvio. Tra queste, la statua bronzea dell’Efebo dalla Casa del Citarista di Pompei, la Statua di Apollo in marmo dalla Casa del Menandro, numerosi gioielli in oro ed il tesoro di argenteria dalla Casa di Io e Inaco. Nel 2022 in giugno, aprirà la Sezione di Cuma, la più antica colonia greca in Occidente, e si arricchirà quella di Napoli Antica dedicata al porto dall’età ellenistica sino all’età bizantina ed oltre. Completeranno le riaperture le sezioni dedicate al collezionismo ed alla storia del Museo. In cantiere grandi mostre come Bizantini , Nuragici, Alessandro Magno. Nel 2023 saranno completati i lavoro sui depositi e proposta la mostra su Samarcanda. Significativo l’impegno del museo (che ha da due anni una vasta platea di abbonati) come fulcro di un Quartiere della Cultura: ai 26 siti della rete Extramann e alle partnership con istituzioni culturali come l’ Accademia di Belle Arti e Colosimo, si aggiunge il prossimo collegamento con la Galleria Principe di Napoli, mentre è già partito il circuito dei Negozi Amici. Con l’obiettivo di progettare insieme, in rete con Invitalia e l’Università Federico II, nel segno della cultura come opportunità.

GUARDA IL VIDEO