Musei, l’allarme del direttore degli Uffizi Schmidt: Più personale o chiudiamo tutto

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EIKE SCHMIDT DIRETTORE DEGLI UFFIZI

“Affrontare e risolvere subito il problema del personale di musei e luoghi della cultura”. è il monito alla politica del direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, che, intervistato dall’Ansa, spiega quale sarà, a suo avviso, la sfida più importante per chi dovrà gestire la politica della cultura nel nuovo governo. Quello delle risorse umane, dice, è rimasto un vulnus anche con la riforma Franceschini. E avverte: “I visitatori tornano ai livelli del 2019 e oltre, aumenta l’offerta dei musei, ma il personale continua a contrarsi: senza una soluzione chiudiamo tutti, anche i più grandi”. Su questo “chi ci governerà dopo il 25 settembre dovrà riflettere”.

Parole che animano il dibattito di questa campagna elettorale e che spingono Massimo Osanna, direttore generale dei musei del MiC a rassicurare: “È vero che i musei italiani si devono confrontare da molto tempo con una drammatica e diffusa carenza di personale – spiega Osanna – ma è vero anche che a questa carenza, proprio con gli interventi di questi anni stiamo ponendo riparo: dopo il primo scaglione di nuovi arrivi, ovvero 1053 nuovi addetti alla vigilanza che prenderanno servizio a settembre, inseriremo 400 altri nuovi assunti a dicembre e poi ancora altri 1053 nel 2023”. E annuncia: “Già entro il 2023 contiamo di riempire la maggior parte dei vuoti di organico”. Quanto ai nuovi tagli sulla pianta organica si tratta non di una circolare bensì di un decreto del ministro che arriverà a breve e con il quale si cerca di mettere in atto “una delicata opera di razionalizzazione delle risorse, contemperando gli interessi dei grandi e dei piccoli attrattori”.

A questo riguardo, spiega il dg musei, “La nostra azione è stata ispirata da criteri di razionalizzazione e messa a punto di una struttura vasta e molto ramificata sul territorio, dovendo guardare al sistema museale nazionale nel suo complesso”.

C’era la necessità di irrobustire l’organico delle direzioni regionali che si sono assunte il peso di istituti che prima facevano capo alle soprintendenze, e soprattutto bisognava assegnare personale ai quattro nuovi musei autonomi. Da qui l’esigenza di “sacrificare lievemente le necessità di alcuni istituti tra cui gli Uffizi”, fa notare il direttore generale dei musei dello Stato, che spiega di aver suggerito ai direttori anche un nuovo utilizzo del personale che fa capo ad Ales, la spa in house del ministero, evitando di ricorrere a queste collaborazioni per colmare i vuoti dell’organico (viste le già previste assunzioni) ma piuttosto per impiegarle in progetti “da portare avanti per ampliare gli spazi aperti al pubblico, per rendere l’accoglienza sempre più adeguata alle necessità dei nuovi pubblici e sviluppare ricerche e conoscenza del patrimonio a cominciare dai ricchissimi depositi museali”.