Museo a pagamento, l’interpretazione è l’ago della bilancia

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Musei gratis, musei a pagamento. Ogni domenica d’inizio mese la diatriba si riaccende. Chi tuona affinché l’ingresso ai musei sia gratuito, chi si schiera sul fronte contrario. Oh che bello. Tanto baccano e poi silenzio. Il mese dopo tutto ricomincia ed i fari si accendono sulla personalità di turno che tuona, sancisce, decreta. Il problema resta sul tavolo. Il fior fiore degli intellettuali, a spada tratta, duella perché l’accesso, oggi gratuito solo una volta al mese, diventi tale ogni giorno di ogni mese di ogni anno. Lo squillo di parte opposta è tassativo: chi vuol entrare deve pagare. Alt. Calma e sangue freddo. È vero in molti paesi la visita ad un museo è gratuita, in altri invece è a pagamento. Le mostre sono sempre a pagamento. Quindi? La qualità si paga, e certamente ciò che non manca ai nostri Musei è la qualità. “Quindi, direbbe Tizio, che si paghi l’ingresso al Museo!”. “Tutti hanno diritto a cibarsi d’arte, direbbe allora Caio:” musei gratuiti for ever”. Non è semplice, ma una riflessione va fatta. Un negozio con commesse gentili, che fanno sentire il probabile acquirente regina/re del suo momento, dove gli specchi e luci giovano alla stazza non proprio da indossatrice, o dove l’auto per quanto utilitaria è esposta con luci e posizioni capaci di trasformare la zucca di Cenerentola nel prezioso cocchio reale. Un esercizio commerciale dove l’addetto alle vendite esegue le richieste, fornisce la taglia e accompagna alla cassa. Domandona: chi ha maggiori probabilità di vendere? Il punto è proprio questo: entrare in un museo, passeggiare tra cose belle comprendendone solo a tratti il significato, la fattura, il posizionamento stesso, giustifica agli occhi del visitatore/consumatore la spesa di un biglietto? Essere avvolto subito da un atmosfera che suscita emozione, scoprire pian piano le opere ed autoidentificarsi con l’autore se non con il soggetto, leggere didascalie che non ripetano pedissequamente quanto rintracciabile sul dépliant illustrativo o su internet, è diverso. Vivere un esperienza, signori miei, si paga e volentieri. Inutile raccontarci che le opere dei nostri musei sono talmente belle che vale la pena pagare solo per guardarle. Pensiamolo pure e crediamoci, se tanto preparati da riconoscere la sfumatura di una pennellata, o da comprendere lo stato emozionale dell’artista e viverlo interiormente. Alzi la mano chi si sente all’altezza. Quanti invece sarebbero disposti a pagare per avere un esperienza indimenticabile? Il decreto n. 94 del 27 giugno 2014 pubblicato dal MIBACT recita: “La prima domenica di ogni mese è in ogni caso libero l’accesso a tutti gli istituti ed ai luoghi della cultura di cui all’articolo 1, comma 1” del decreto ministeriale 507 dell’11 dicembre 1997”. Si è ritenuto che la quota dei non paganti al museo sia stata trainante di una bella cifra di biglietti a pagamento. La stima è di12 milioni di visitatori nell’ultimo quinquennio. Questo sembrerebbe il numero di visitatori paganti in più che si è registrato a seguito delle giornate di visita gratuita. Nel 2017 si sono registrati più di 3,5 milioni di visitatori. Wow, cifre da guinness dei primati, che innovazione proficua. Sono però questi questi gli anni in cui l’Italia e Napoli in particolare hanno registrato uno straordinario aumento di turisti e visitatori. Il dubbio che l’incremento di paganti al museo non sia tutta farina del sacco delle visite gratuite comincia a farsi largo. Considerando anche che al museo senza pagare si accede anche per età o per altre caratteristiche, la quota dei non paganti nei musei italiani può essere comunque rivista. Infatti chi ha usufruito delle domeniche gratuite è una quota minoritaria dei non paganti nei musei italiani, che nel 2017 furono 10,9 milioni nei musei a pagamento, e di essi solo 3,5 milioni con l’iniziativa delle domeniche gratuite. Cifre a parte la questione sul tavolo ha comunque una soluzione: tutto infatti dipende da come è strutturata l’offerta per il turista. Ed in questo l’interpretazione consapevole è basilare.