Musica, Edoardo e Eugenio Bennato: Abbattiamo le barriere Nord-Sud

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In foto Eugenio ed Edoardo Bennato

L’emergenza coronavirus ha sconvolto il mondo e colpito l’Italia da Nord a Sud, seppure con diversa virulenza. I fratelli Bennato, Edoardo ed Eugenio, lo scorso 17 aprile hanno pubblicato una canzone, ‘La realta’ non puo’ essere questa’, brano registrato a distanza, ognuno nelle proprie case, “che parla di una realta’ inconcepibile, assurda, che dobbiamo cambiare”. “Al di la’ dei trattati di sociologia o di geopolitica – spiega Edoardo all’AGI – Eugenio ha fatto un testo che e’ poesia perche’ il nostro obiettivo e’ quello di dare buone vibrazioni agli altri con la musica”. Una canzone che vuole unire tutti gli italiani perche’, come spiega Eugenio, anche per chi vive al Sud “il problema di Milano, della Lombardia, e’ un problema che riguarda anche noi, sia strategicamente che emotivamente. Quindi non avverto nessuna distanza: siamo vicini e speriamo di tornare presto a fare concerti al Nord – aggiunge – perche’ noi con la musica abbattiamo queste differenze che non ci riguardano”.

Malgrado i proventi dei due artisti derivanti dalla commercializzazione di ‘La realta’ non puo’ essere questa’ saranno devoluti all’Azienda Ospedaliera dei Colli (Monaldi – Cotugno – C.T.O.) di Napoli, non si tratta un brano che si riferisce in maniera diretta alla situazione che stiamo vivendo: “Ci siamo guardati bene dal fare qualcosa che in qualche modo parlasse di un’emergenza – dice ancora Eugenio, autore del testo – la prepotenza del mondo virtuale, del mondo digitale, della globalizzazione nei confronti delle cose piu’ semplici e dirette, prescinde dall’emergenza. Questo mondo virtuale che rende sempre piu’ inconsistenti e immateriali i messaggi, tende a sopraffarci e il vero senso del pezzo e’ questo: la realta’ e’ tutta da rifare. E ce ne accorgeremo adesso che si riprendera’ al di fuori dell’emergenza”. La realta’ e’ tutta da rifare dunque, il Covid-19 dunque inquadrato quasi come una metafora del male che gia’ attanaglia la nostra societa’. “Qualcuno ha detto che questo virus e’ cattivo, e’ subdolo, non si vede, e’ impalpabile – spiega Edoardo – pero’ se e’ vero, come e’ vero, che questo virus e’ invisibile, i germi di questo virus erano presenti anche a livello di fatti e di situazioni negative, paradossali, schizofreniche, che erano davanti ai nostri occhi da mesi, da anni, da decenni. Quindi e’ chiaro che la realta’ dev’essere cambiata e questo sara’ un problema perche’ comunque bisognera’ cambiare il modo di vivere, di pensare, delle singole persone e della collettivita’, e uniformare la liberta’ propria e la liberta’ degli altri”.

“E’ un input necessario – prosegue – quindi e’ chiaro che noi siamo ottimisti, noi scriviamo canzoni e creiamo buone vibrazioni, perche’ siamo ottimisti, abbiamo delle figlie adolescenti, sia io che Eugenio, quindi il futuro ci intriga, ci interessa, ci preoccupa”. Una ricomposizione della realta’ che non puo’ non riguardare anche il loro mondo, quello della musica, che giorno dopo giorno e’ sempre piu’ messo alle corde dal divieto di assembramento. “In questo momento, a livello dirigenziale, il problema della musica non e’ prioritario – aggiunge Edoardo – e gia’ in passato non e’ che si tenesse tanto in considerazione questo settore. Non e’ un caso, infatti, che nei telegiornali le notizie di musica vanno alla fine, dopo quelle dello sport. Diciamo che e’ considerato un bene superfluo, un’attivita’ che non incide nella vita della comunita’”, ma evidentemente cosi’ non e’: “In effetti la musica puo’ essere importante, e’ stata sempre importante – commenta il cantautore di ‘Burattino senza fili’ – magari anche senza che ce ne rendessimo conto, io continuo a ripetere che anche la cortina di ferro a suo tempo e’ crollata anche grazie agli input della musica. Quindi diciamo che la musica anche se non sembra puo’ cambiare il modo di pensare della gente, tra l’altro quando si parla di realta’ che dev’essere modificata e’ chiaro che era davanti a tutti noi che c’era qualcosa che non funzionava”. Nella nuova realta’ auspicata dai fratelli Bennato gli italiani devono cercare di essere uniti e solidali. Senza divisioni, cosa che invece non accade, anche a causa di dichiarazioni come quella di Vittorio Feltri che su Rete 4 che ha detto di non credere ai complessi di inferiorita’, poittosto di credere “semplicemente che i meridionali in molti casi siano inferiori”.

Sulla vicenda Eugenio Bennato ha una sua idea ben precisa: “La contrapposizione Nord/Sud non esiste, se c’e’ qualche persona fuori dal tempo che ribatte su questa distanza e’ un problema suo – spiega all’AGI – un problema che ha a che fare con l’incapacita’ di viaggiare e probabilmente c’e’ qualche giornalista che da parecchi anni non fa viaggi. Il viaggio, nel senso dell’approcciare alla diversita’ e riconoscere quale arricchimento puo’ venire dal confronto”. Una situazione che si vive in maniera tangibile nella sua Napoli: “Io avverto attorno a me, sia personalmente che da quello che mi sembra di cogliere da Napoli, dal Sud, che per noi il problema di Milano, della Lombardia, e’ un problema che riguarda anche noi – spiega – sia strategicamente sia emotivamente. Quindi non avverto nessuna distanza: siamo vicini e speriamo di tornare presto a fare concerti al Nord, che sono stati sempre la nostra ricchezza. Io faccio una musica del Sud – prosegue il fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare – l’ultimo concerto che ho fatto e’ stato a Bergamo a capodanno e c’erano 10mila persone, c’e’ stata una grande risposta, quindi noi con la musica abbattiamo queste differenze che non ci riguardano. Viva l’unita’ di intenti tra Sud e Nord”. Gli fa eco Edoardo: “Qualche giorno prima di scrivere questa ballata con Eugenio, con i miei musicisti c’eravamo inventati una formula per suonare ognuno da casa nostra e abbiamo registrato dei pezzi, tra questi ‘Italiani’, che parla proprio dell’italianita’”. Quindi cita le parole della canzone: “Noi maledettamente piemontesi e napoletani, ma semplicemente italiani”, un testo, spiega che “la dice lunga sul nostro modo di vedere le cose, svincolati dai pregiudizi, dai luoghi comuni e dalla contrapposizione ridicola tra Nord e Sud”, aggiunge.