Napoli a pezzi, crollo continuo

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A cura di Pietro Funaro La tragedia del giovane Salvatore Giordano è, in ordine di tempo, solo l’ultima amara ferita che segna la A cura di Pietro Funaro La tragedia del giovane Salvatore Giordano è, in ordine di tempo, solo l’ultima amara ferita che segna la vita di Napoli, ex capitale europea. Un nuovo lutto che marchia ferocemente un corpo sociale già straziato da mille colpi inferti dall’indifferenza e dalle incapacità di chi dovrebbe sovraintendere al buon andamento della vita quotidiana. L’inchiesta della magistratura sul dramma di Salvatore, della sua famiglia, dei suoi compagni, comunque della comunità napoletana, forse  farà luce sulle responsabilità di chi per incuria o negligenza doveva provvedere alla manutenzione della Galleria Umberto, ma nessuno in questo mondo potrà rimediare al dolore provocato. La nostra città sembra destinata ad un declino senza speranza e ciò che più irrita ed impone riflessione è che la cosiddetta classe dirigente, in primis gli esponenti politici, pare vivano su di un altro pianeta e continuano nelle loro scaramucce diuturne, serali e notturne per difendere questa o quella poltrona o programmare, sempre per i loro stessi interessi ovvio, a quale altro scranno concorrere. Mi torna in mente ciò che si racconta di Maria Antonietta regina di Francia che chiedeva al suo maggiordomo perché la folla urlasse ai cancelli del palazzo reale e questi le diceva “ maestà al popolo manca il pane” ricevendo la nota risposta “ beh allora mangino le brioche ”. Un assurdo che rende chiara la situazione odierna. Potremmo esporre qui una lista lunga diverse decine di metri per elencare i guasti ed i problemi di Napoli ma sono talmente noti che sarebbe un inutile spreco ma, di sicuro non è vano chiedere che chi governa Napoli deve andarsene e subito. Sindaco in testa, seguito dalla sua giunta e dall’intero consiglio comunale con il suo presidente che ha retto il cordone in questi anni al presunto rivoluzionario arancione. Che l’amministrazione de Magistris sia stato un fallimento totale è ormai sotto gli occhi di tutti, forse l’unico a non accorgersene è proprio il sindaco. Ma i napoletani proprio non ne possono più e gli stessi partiti, diciamo tradizionali, ne hanno preso le distanze da tempo. Non è una questione di persone ma una dimostrata incapacità che ha provocato un ulteriore degrado di Partenope che già non viveva certo bene. Ad una qualità della vita già scarsa si sono assommati problemi ancora più gravi, alle flebili speranze di una rinascita è seguito un degrado tombale aggravato da una crisi economica nazionale che ha inferto l’ultimo colpo mortale ad un tessuto sociale già in decadimento progressivo. Faccia un gesto nobile il sindaco, liberi Napoli dimettendosi.