Napoli, “Ad alta voce” la rinascita della chiesa di San Potito

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Situata ai confini tra il Borgo dell’Avvocata e Salvator Rosa, in via Salvatore Tommasi, la seicentesca Chiesa di San Potito domina con la sua maestosa scala di piperno l’omonimo colle. Fino a poco tempo fa San Potito faceva parte della lunga lista di chiese napoletane inglobate nella vasta area del centro storico dichiarata patrimonio Unesco, ma precluse alla cittadinanza. Da dicembre la chiesa, di proprietà della Curia, è stata affidata dal cardinale Crescenzio Sepe in comodato d’uso per trent’anni all’Associazione “Ad alta voce”. A tenere le fila del nuovo progetto, che mira alla creazione di un centro di eccellenza che diventi punto di riferimento delle performing arts, l’eclettica personalità del M° Carlo Morelli: “erano anni che cercavo un luogo fisico in cui creare un’Accademia musicale permanente attraverso cui avviare un vero e proprio rinascimento culturale e che fosse punto di riferimento per tanti giovani della città, soprattutto per quelli che vivono il degrado e non hanno alternative; sono convinto che i mestieri dello spettacolo possano aiutare i ragazzi a rinascere e nel contempo offrire anche valide occasione di lavoro e di inserimento nella società ”. Un’iniziativa per i giovani che parte dai giovani, un contributo fondamentale è, infatti, rappresentato dai ragazzi del coro dell’associazione, che contribuiscono attivamente con passione, talento e tenacia. Il progetto culturale ha un duplice fine: da una parte contribuirà a riaprire e restituire alla città dopo circa quarant’anni l’intero complesso monumentale, bene di grande rilevanza storico-artistico-religiosa: la chiesa custodisce, infatti, capolavori come la “Madonna del Rosario” di Luca Giordano (1664), l’“Immacolata” di Giacinto Diano (1791), il “Martirio di San Potito” di Niccolò de Simone ( 1654) e “Madonna e santi” di Andrea Vaccaro; dall’altra vuole, attraverso l’arte, creare le basi per una fitta rete di solidarietà e alleanze che siano di supporto alla collettività. Per realizzare tale progetto è stata avviata dal 12 maggio una campagna di crowdfunding sulla piattaforma “Meridonare” della Fondazione del Banco di Napoli finalizzata a raccogliere circa trentamila euro necessari per avviare i primi interventi di ristrutturazione della sagrestia in modo da destinarla alla creazione di laboratori culturali. Come sottolinea Morelli: “l’intero progetto gode della partecipazione e del sostegno del comune e dei tanti collaboratori del mondo dell’arte e dell’istruzione che ci affiancheranno in questo cammino”.