Napoli e patologie sociali: due Questori “a confronto”

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in foto Maurizio Agricola

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 4 maggio all’interno della rubrica Spigolature

Uno va via, Alessandro Giuliano, destinato alla Direzione centrale anticrimine; l’altro, Maurizio Agricola, viene da Catanzaro, città capoluogo della Calabria. Entrambi con esperienze in territori che si potrebbero definire “di frontiera”, cioè al limite di ogni convivenza compatibile, che si distendono in aree molto antropizzate (dove la pressione della malavita organizzata fa pensare a un polipo sfuggente la cui testa appare inafferrabile). Giuliano è figlio di Boris ucciso da cosa nostra, a Palermo, quando qui dirigeva la Squadra mobile. Agricola, a parte gli incarichi già avuti in passato in via Medina a Napoli, ha diretto anche il commissariato di Castellammare zona in cui le radici camorristiche sono profonde e resistenti alle “terapie” più volte sperimentate.

UNA VISIONE COMUNE.A parte il tempo vissuto da ciascuno a Napoli e i diversificati incarichi, Giuliano e Agricola concordano su alcuni punti. Napoli, intesa anche come Città Metropolitana, è “avvolgente e seduttiva”. Molto complessa però l’organizzazione sociale perché appena si cerca di affrontare una sola emergenza, subito si scopre che dentro di essa ce ne sono -nemmeno troppo nascoste- almeno altre dieci. Alla Pirandello si potrebbe parlare (quanto a problemi) di uno, nessuno, centomila. Groviglio inestricabile. Così il turismo: Napoli predisposta per doni e scelte generose di natura, ma disorganizzata quanto a capacità e qualità ricettiva, con servizi -pubblici e privati- spesso al di sotto della accettabilità. Mancano l’idea di rete o di squadra. Nel settore, decisivo per l’economia, tutti gli operatori che vi gravitano agiscono come tanti “corpi separati”.

GIULIANO LASCIA. Porta con sé la visione della pandemia da Covid che ha reso Napoli una città surreale.    ”Ho negli occhi -dice a Leandro Del Gaudio- le immagini dell’idrante del Reparto Mobile in giro a spruzzare disinfettanti per sanificare strade e piazze”. Malavita invasiva fino a configurarsi come anti-Stato. Vero problema le istituzioni “infiltrate”: tanti Comuni sciolti per corruzione, intere aree che, sotto il sanguinario controllo dei boss, appaiono perfino “pacificate e tranquille”. Si agisce nel silenzio e nell’anonimato. Come dire che l’illegalità è radicata “anche se non si vede”.

AGRICOLA ARRIVA. Domani, mercoledì, l’insediamento. Questore della terza città d’Italia è certo un salto di carriera notevole per lui che, come ricorda volentieri, torna a Napoli dopo 13 anni. “Varcherò con grande emozione la soglia di via Medina”. L’esperienza passata gli ha fatto toccare con mano il groviglio di problemi che lo attende, sperando in un sostegno costante da parte del Governo e dei Ministeri preposti a legalità e sviluppo. Ripone in lui fiducia il sindaco Manfredi: ”Il nuovo questore conosce bene la realtà del nostro territorio. Collaboreremo fattivamente per la sicurezza di tutti”.

DA IERI A OGGI. Cambiano i Questori, ma i problemi non si lasciano sfrattare. Disordine pubblico (stese, movide selvagge, aggressioni feroci) e violenza criminale quando non stragista, hanno radici profonde: famiglie che non trasmettono valori, scuole che non formano cittadini. Si parla di custodie cautelari e inasprimento delle pene, revoca delle genitorialità incapaci di insegnare la civica educazione minima, contrasto all’evasione scolastica e al consumismo compulsivo, nuovo impiego dei maestri di strada. Dolorosa realtà: la lotta più a fondo va combattuta proprio contro la malavita che sta radicata, con coperture scandalose, dentro settori dell’economia e in quelle pubbliche istituzioni che tradiscono i mandati popolari.

IL MERCOLEDI’ DELLA SANTANCHE’. Giorno problematico, domani, per il ministro del Turismo. Dopo l’insistenza delle opposizioni, riferirà a Montecitorio sulle sue vicende imprenditoriali legate alla società “Visibilia”: conti in rosso, mancati pagamenti ai dipendenti, giro di yacht e auto di lusso. ”Tutto in regola”, anticipa “la ministra” (come direbbe la Boldini col suo “maniacale femminismo”).Sarà comunque un mercoledì ad alta tensione perché, si legge sui giornali, ”la Lega di Salvini è in ansia di smarcamento dal Governo guidato di Giorgia Meloni”. Vale sempre il “si dice a nuora perché suocera intenda?”.