Napoli est, Jorit: codici d’arte contro la dispersione scolastica

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“Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere, poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita.” Asseriva Martin Luther King nel suo percorso di pensiero che, da sempre, ha teso verso il bene e la giustizia, verso l’affermazione di una società che non vivesse l’abisso delle disuguaglianze. Allo stesso modo, l’arte ha assunto il ruolo, fondante, di ergersi a vessillo di voce sociale, per un riscatto possibile e visibile al mondo intero. L’arte, come ‘urlo visivo’ ha il compito di affrancare anche la parte più debole ed indifesa della comunità umana, funzione che ha, nel tardo Novecento e nel Duemila, assunto anche la Street Art e che, in Italia, lo street artist italo olandese Jorit, e la Fondazione che porta il suo nome, presieduta da Giuseppe Leone, hanno deciso di portare avanti con quella forza che solo l’Arte possiede.
Combattere la dispersione scolastica e favorire il senso di ‘appartenenza’ e ‘comunità’ tra i giovani della periferia Est di Napoli è l’obiettivo del progetto “Codici (d’arte) a Barra”, sostenuto dalla Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia che prevede, nel quartiere partenopeo di Barra, la prossima realizzazione di un murales raffigurante Martin Luther King. Progetto ed idea assegnati a Jorit, il quale, proprio nella periferia orientale di Napoli ha già firmato opere imponenti come i ritratti di Diego Armando Maradona e quelli di Che Guevara a Taverna del Ferro. “Codici (d’arte) a Barra”, però, vedrà il coinvolgimento di speciali assistenti ad aiutare lo street artist: coordinati dall’associazione ‘Il Tappeto di Iqbal’, infatti, a cooperare con Jorit nella realizzazione dell’opera che, come di consueto sarà di grandi dimensioni, saranno gli alunni dei tre istituti più attenti al valore sociale della scuola sul territorio: la Vittorino Da Feltre ed Il Cavalcanti di San Giovanni a Teduccio insieme con la Rodinò di Barra. Un percorso di comunione con l’arte avviatosi già attraverso corsi e laboratori specifici sulla street art che gli alunni hanno svolto assieme a writers, esperti ed artisti del territorio, tali da permettere ai ragazzi ed alle ragazze dei tre istituti scolastici di realizzare dei simboli e delle figure che poi Jorit dovrà inserire nell’opera muraria in fase di realizzazione. Luogo deputato ad accogliere il murale con il volto di Martin Luther King sono le palazzine situate nei pressi della stazione della Circumvesuviana di Barra, luogo emblematico, di passaggio e, dunque, metaforico, punto nevralgico della comunità e luogo di movimento, allegorico ‘binario’ esistenziale di una periferia che tenta di rialzarsi. D’altronde, non certo casuale è la scelta del soggetto raffigurato; “Il nostro non sarà un semplice omaggio pittorico a Martin Luther King ed alla sua celebre affermazione ‘I have a dream’ – spiega Jorit – Con questo murales si vuole anche e soprattutto dare a Barra, e a tutta la periferia orientale di Napoli, un nuovo ‘segno’, un ‘marchio’, un nuovo ‘codice a barre’, insomma, che identifichi la comunità dell’area Est non più e non solo come luogo di degrado, abbandono e marginalità sociale ma anche e soprattutto come terra di cultura, arte, sogno e riscatto.”
Jorit e la sua omonima Fondazione, insieme con la Fondazione Banco di Napoli, hanno scelto di combattere per la scuola ed il suo valore, per offrire una nuova possibilità alla periferia metropolitana di non essere più fucina di degrado, quanto, al contrario, luogo di creatività comunitaria e che, sin dagli anni scolastici possa offrire ai giovani sogni in cui credere e da poter realizzare, anche grazie ed attraverso l’Arte, la sua universalità e la sua libertà d’espressione. Jorit, mette in campo la propria esperienza, il proprio linguaggio ed il proprio esempio come risultato di una volontà forte che, negli anni, gli ha permesso di indagare a fondo la società napoletana e non solo, spesso quella dei cosiddetti ‘ultimi’, per delineare il cammino di un giusto riscatto sociale. È così che l’artista ha dato ‘vita’ ad un compendio di volti, noti e di grande esempio o presi dalla strada, dal reale quotidiano, originando una “tribù umana” nella quale riconoscersi e con la quale avviare un vero atto rivoluzionario, tutti insieme, per un futuro migliore, ad iniziare dalla scuola.