Napoli: il gioco è antica tradizione

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A Napoli ogni numero da sempre racconta storie e misteri. Lo sappiamo tutti. Magia e tradizione, superstizioni e logica sono stati per anni una vera e propria filosofia di vita. Se un tempo si giocava solo al lotto e le puntate erano indubbiamente limitate e commisurate a ciò che ognuno poteva oggi tanto è cambiato. Non più numeri legati ai sogni o alle parole che si ascoltano nel vicolo ma un vero e proprio studio si nasconde dietro i tanti appassionati, molti poi sono coloro che conoscono il gioco grazie al codice-bonus.net e ne restano affascinati proprio perchè i partenopei hanno la magia della numerologia nel sangue. Il gioco d’azzardo fa parte della cultura napoletana e, piaccia o no, è un antico portato culturale delle tradizioni locali. Era appena finito il medioevo, si entrava in una nuova epoca quando ai primi del 1500 a Napoli si affaccia il Lotto, una Napoli povera, ricca di vicoli e pestilenze eppure quotidianamente si scommetteva e si giocava su tutto, i numeri ed il gioco erano così importanti per i nostri concittadini che oltre un secolo dopo, intorno al 1680, il viceregno spagnolo stabilisce di mettere regole anche su questa piccola mania locale. Già il ViceRè aveva intuito che con un balzello sul gioco i potevano arricchire le Casse del Regno. A Napoli poi è già in quegli anni tempo di scommesse di altro genere, scommesse “ a soldi” che sono già di per sé lontane dal popolare lotto. Dietro il lotto si nasconde l’antica magia del mistero dei numeri. Dietro le scommesse invece c’è studio e passione, logica ed analisi. A Napoli si giocava e con piacere si pagavano le tasse: i Borboni riuscivano anche in questo, nessuna proibizione ma regole chiare. Sarà poi la Chiesa ad imporre una sorta di proibizionismo ricordano che probabilmente il gioco così come praticato nei nostri vicoli era proprio lontano dalla fede. Ma a Napoli la fede è forte e nel contempo dissacrante ed i bussolotti continuano a girare anno dopo anno, secolo dopo secolo. Una passione così forte da costringere Giuseppe Bonaparte a fare un decreto urgente nel 1805 “il gioco del lotto si sarebbe continuato a svolgere regolarmente” sarà poi con l’Unità di Italia che nel 1861  Giuseppe Garibaldi ne decide l’abolizione. Un decreto che è restato lettera morta. Nei fatti non è stato mai applicato ed infatti i bussolotti hanno attraversato persino le due Grandi Guerre e sono giunti fino a noi.