Napoli, interventi nel centro storico
Architetti in allarme per gare Unesco

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Un osservatorio congiunto e permanente tra forze istituzionali e le professioni, per migliorare procedure e progetti sul patrimonio Unesco di Napoli. Lo chiede l’Ordine degli architetti di Napoli (di cui è presidente Salvatore Visone) che, attraverso il

Un osservatorio congiunto e permanente tra forze istituzionali e le professioni, per migliorare procedure e progetti sul patrimonio Unesco di Napoli. Lo chiede l’Ordine degli architetti di Napoli (di cui è presidente Salvatore Visone) che, attraverso il dipartimento guidato dal consigliere Ciro Buono, vuole mettere a fuoco la complessità degli interventi sul costruito storico.

Cuore del problema: la procedura di gara dei lavori di riqualificazione con la pubblicazione dei bandi relativi ai primi quattro lotti di lavori. Nello specifico: il recupero del complesso dei Girolamini, di alcuni ambienti del Duomo, del convento dei santi Severino e Sossio e quello del Complesso di San Paolo Maggiore. Di fatto “è scomparsa la competenza degli architetti sui temi propri del restauro architettonico e dei monumenti”, è l’allarme lanciato da Buono che evidenzia come i recenti bandi, “sanciscono l’esecuzione dei lavori sulla base del solo progetto definitivo, senza gli elaborati necessari alla comprensione e alla conoscenza profonda del monumento, fondamenti essenziali di un progetto di restauro”. Buono fa particolare riferimento “a tutta la storia evolutiva della disciplina del restauro architettonico, dell’analisi conoscitiva strutturale, con l’individuazione di tutti i materiali presenti nella fabbrica e della descrizione del loro stato di conservazione e di degrado che in questo è completamente disattesa”. Con rischi evidenti, “che si traducono in interventi non precisamente definiti e rigorosamente controllati, come quello, fra tutti, riguardante il generico percorso panoramico in acciaio inox sul Duomo, o la sistemazione del nuovo solaio per il primo atrio dell’Archivio di Stato”. E c’è dell’altro. “Come mai – si chiede Buono – per la progettazione esecutiva degli impianti di climatizzazione della basilica di San Paolo Maggiore non è richiesta la qualifica di un architetto esperto in restauro architettonico? Si vuole forse sancire l’indipendenza delle scelte impiantistiche dalle tematiche più complesse del restauro architettonico?”. Di fronte a tali soluzioni, gli architetti esprimono il loro dissenso: “queste soluzioni – afferma Ciro Buono – non hanno più nessuna ragion d’essere, né possono più trovare giustificazioni dal punto di vista amministrativo o tecnico giuridico, in cui le regole dell’appalto invadono quello proprio del progetto, indipendentemente dagli obiettivi”.