Napoli e la Normale: la risposta polemica al sindaco di Pisa non era del rettore Manfredi ma del fratello

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L'Università di Napoli Federico II

Scoppia un piccolo giallo legato alle polemiche per lo stop all’apertura a Napoli di una succursale della Normale di Pisa. Alla base del mistero una lettera nella quale il sindaco leghista di Pisa Michele Conti viene paragonato “a Totò che vende la fontana di Trevi” dopo le sue dichiarazioni soddisfatte per il no all’allargamento della Normale al Sud. La lunga e dura missiva viene infatti attribuita al rettore dell’Università Federico II di Napoli e presidente della Crui Gaetano Manfredi e viene pubblicata sulla pagina dei Giovani Democratici della Campania che lo ringraziano nel post introduttivo per averla scritta, definendola “la testimonianza e l’impegno di persone dello spessore di Gaetano Manfredi che restituiscono alla speranza, alla cultura e alla intelligenza un significato concreto. E riscattano l’orgoglio del Meridione. Anzi, dell’intero Paese”. La lettera, però, non è di Gaetano Manfredi, ma di Massimiliano Manfredi, ex parlamentare del Pd e fratello del rettore, che l’aveva pubblicata tre giorni fa sulla sua pagina Facebook. La missiva di Massimiliano Manfredi comincia infatti con la frase “Per una mia scelta, evito quasi sempre di parlare delle attività della Federico II”, proprio a sottolineare che di solito non affronta temi accademici per una questione di opportunità, essendo fratello del rettore. Il giallo porta quindi i Gd a cancellare il post, mentre dall’università Federico II di Napoli parte la smentita che non fa riferimento al vero autore della lettera, scoperto dai giornalisti: “Sta girando una fake news – si legge nella nota dell’ateneo – che attribuisce false dichiarazioni al Rettore Gaetano Manfredi. L’Ateneo sta provvedendo a denunciare alla polizia postale l’accaduto e intende andare fino in fondo alla vicenda finchè non saranno individuati i colpevoli. E’ un momento in cui, grazie all’impegno del governo e del ministro Bussetti, si sta realizzando un grande progetto per la Campania che deve nascere nella coesione e nella concordia. La cultura deve essere un fattore unificante”. La lettera resta quindi solo sulla pagina di Massilimiliano Manfredi ed è molto critica: “Il mediocre livello culturale – si legge – condito da un provincialismo leghista da anni 90 con le riflessioni del sindaco di Pisa, impone una riflessione innanzitutto ai miei concittadini che hanno dato il loro voto alla Lega Nord, e a tutti noi cittadini italiani, sul degrado culturale del nostro paese in cui stanno crescendo i nostri figli. Un sindaco, che mette sullo stesso piano la chiusura della fabbrica della Richard Ginori nella sua città con un accordo scientifico sancito l’anno scorso, senza che nessuno proferisse parola, tra la Normale e la Federico II, sarebbe la giusta controfigura di Totò che vende la Fontana di Trevi, se non fosse il massimo rappresentante di una città dalle profonde radici storiche e culturali come Pisa”.