Napoli, l’elicottero del Papa atterra al Virgiliano alle 9. Alle 12 intervento all’Ateneo di Posillipo

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Tra mercoledì e giovedì, gli operai hanno lavorato tutta la notte per completare il montaggio del palco e l’allestimento del piazzale dinanzi alla Facoltà teologica dell’Italia meridionale, i cui docenti e studenti accoglieranno domani Papa Francesco, che torna a Napoli dopo la visita del 21 marzo 2015. L’elicottero del Santo Padre atterrerà alle 9 in punto al parco Virgiliano, da cui procederà in automobile fino all’Ateneo di via Petrarca 115 dove parteciperà al convegno su “La teologia dopo Veritatis Gaudium nel contesto del Mediterraneo” non solo intervenendo, alle 12, con una sua relazione, ma ascoltando anche gli interventi degli altri relatori.
Il Pontefice prenderà posto sul palco, progettato dall’architetto Francesco Scardaccione, che ha pensato ad una struttura in linea con le tematiche del convegno. Lo sfondo è come una scatola aperta senza il fondo per consentire di poter incorniciare, alle spalle, il Mediterraneo, proposto come luogo dell’incontro tra culture e non più come contesto di divisione. Tra l’altro, grazie ad un’adeguata collocazione del palco, sarà garantito al Papa di rimanere in una zona d’ombreggiatura per l’intera mattinata. I 650 partecipanti che prenderanno posto all’esterno potranno ovviare al caldo grazie alla dotazione di ombrelli bianchi e gialli con i colori vaticani, di cappellini e bottiglie d’acqua. La macchina organizzativa, guidata dal dottor Gianluca Gentile e coadiuvata da numerosi volontari, si occuperà dell’accoglienza degli oltre 1100 convegnisti, 500 dei quali seguiranno l’incontro nell’aula magna o nelle altre aule della Facoltà. Si è inoltre completata la sistemazione della sala stampa e delle postazioni per gli operatori video e i fotografi. A seguire l’evento saranno 250 tra giornalisti, fotografi e operatori televisivi. La Rai, alle 11.45, manderà in onda su Raiuno la diretta dell’evento, commentato da Padre Federico Lombardi.
L’introduzione della giornata dedicata alle “Proposte”, conseguenza dell’analisi del contesto, trattata oggi, sarà affidata al Padre gesuita Pino Di Luccio, decano della Facoltà. Seguiranno due interventi su “L’arte come luogo di incontro e di dialogo”. Prenderanno la parola due docenti della Facoltà: Jean-Paul Hernandez e Giorgio Agnisola. Uno degli aspetti centrali del convegno sarà il dialogo con le altre religioni, argomento su cui relazionerà Sihem Djebbi, che insegna scienze politiche e relazioni internazioni alla Sezione San Luigi, ma anche all’università di Siene e in Francia, alla Sorbona e a Sciences Po Paris, l’istituto di studi politici di Parigi. Parlerà tra l’altro di “soft-power religioso”, di islam moderato e di promozione del dialogo interreligioso portato avanti, negli ultimi quindici anni, da alcuni Stati arabi e istituzioni, in particolare dal Marocco e dagli Emirati Arabi Uniti nonché dall’Università religiosa Al Azhar in Egitto. Sempre di dialogo, ma da una prospettiva diversa, parlerà Meir Bar Asher, invece, docente di studi islamici all’Università ebraica di Gerusalemme, che nella sua riflessione partirà da una sura del Corano: “Nessuna coercizione nella fede”. Il relatore ricorderà come, nel corso della storia dell’Islam, è esistito un atteggiamento di tolleranza verso l’altro e di dialogo, che si rende evidente dalla lettura di alcuni passi del Corano, ma anche degli ḥadīth, la tradizione orale attribuita al Profeta Muḥammad. Subito dopo, il gesuita Francisco Ramirez Fueyo, dell’Universidad Pontificia Comillas di Madrid, relazionerà sul tema “Il discernimento come metodo di risoluzione delle tensioni antitetiche” mentre i docenti della Sezione San Luigi, Sergio Tanzarella e Anna Carfora proporranno testimonianze e proposte concrete.
Nell’incontro di domani, sarà dato spazio anche ai giovani. Prima che il Papa arrivi, gli studenti della Facoltà spiegheranno i contenuti del convegno, ma anche il grande spirito di accoglienza di Napoli e la sua apertura al mondo, attraverso l’arte figurativa e la letteratura, proponendo alcune testimonianze video.
Intanto oggi, il convegno è stato introdotto dal professor Ambrogio Bongiovanni della Pontificia Università Urbaniana di Roma che ha moderato i lavori della mattinata in cui gli studiosi si sono confrontati come in un laboratorio culturale. “Siamo entrati in relazione per mettere insieme le nostre esperienze cercando di delineare i tratti della teologia del Mediterraneo nelle sue diverse articolazioni” , ha spiegato don Emilio Salvatore della Sezione San Luigi della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale, che ha tratto le conclusioni dei lavori della prima mattinata. Due le chiavi di lettura: le migrazioni, esaminate nelle relazioni di Valerio Petrarca, docente della Federico II di Napoli e Carmelo Torcivia della sezione San Luigi, e l’interculturalità nell’intervento di Secondo Bongiovanni della Pftim san Luigi e di Giorgio Marcello della Università della Calabria. I segni dei tempi – hanno ribadito gli studiosi – spingono ad un’attenzione diversa verso i migranti. “Ma ci invitano all’ascolto” , ha ribadito Petrarca. “L’esempio di Ulisse che si commuove soltanto quando sente raccontare la sua storia da un altro da sé è stato l’esempio che – secondo Petrarca – deve spingere ad un’alterità e ad un profondo esame di coscienza”. “Il dialogo, allora, secondo Bongiovanni, si ricompone nelle alterità che siamo riusciti a ricomporre. Solo il gesto del donare, non come concessione – spiega – ma come riconoscimento gratuito della dignità dell’altro, capace di ristabilire un legame umano”. La seconda parte della mattinata ha messo in dialogo la teologia al femminile: Giuseppina De Simone e Donatella Abignente, entrambe della Sezione san Luigi della Facoltà. La prima ha parlato di un “Mediterraneo luogo di contraddizioni ma anche in grado di esprimere nell’arte, nella cultura la sua sua storia e proprio per questo luogo di dialogo”. Abignente ha ribadito il “valore etico del dialogo per la costruzione di una cultura dell’incontro fra persone e popoli” e ha ribadito “l’equivoco di un dialogo tattico spesso utilizzato coma arma mentre il dialogo autentico comporta farsi accanto alla persona”. Per arrivare, poi, alla relazione finale di Fabrizio Mandreoli, della Facoltà teologica dell’Emilia Romagna che ha affrontato il tela di una “teologia che operi un ribaltamento: dove si parta dal presupposto che la tua vita vale come la mia”. Dai laboratori della prima mattina “ha concluso don Emilio Salvatore – abbiamo iniziato a tracciare una teologia del Mediterraneo nelle sue diverse articolazioni (nel contesto, nel metodo, nei soggetti). Ora resta aperta la modalità di come il popolo possa diventare protagonista. Per contribuire ad una nuova narrazione fatta di gesti e di parole”.