“Napoli soffre, Napoli è dolente. E la borghesia non può più permettersi di rimanere in silenzio”. È il richiamo del cardinale Crescenzio Sepe in un’intervista al Mattino. “I clan – dice – sparano all’impazzata. I camorristi sono diventate delle belve, sono indegni anche dei loro padri. Rispetto a tanta violenza non ci si può fare da parte”. “Come si fa tenere gli occhi chiusi davanti a tutto ciò? Tra le istituzioni e la Chiesa vi sono realtà, come la borghesia, che devono prendere coscienza della situazione e assumersi le loro responsabilità. Il mio appello – dice – è di non farsi più da parte”. La Cei si interroga su un ritrovato impegno dei cattolici in politica. È necessario anche a Napoli? “Qui finora si è camminato in ordine sparso, ma da un po’ di tempo a tutti i livelli, clero e laici, stiamo studiando i modi per intraprendere un cammino comune per il bene della stessa politica – risponde -. Intanto cerchiamo di operare ad ampio raggio, rivolgendoci alle risorse del territorio, al mondo della scuola, alle varie professioni, alle imprese. Certamente non è tutto e si potrebbe fare di più”. Il Papa sarà a Napoli il 21 giugno per partecipare al convegno dei gesuiti. Napoli capitale dell’unione tra religioni? “Vedo questa ipotesi come cosa nobile e possibile. La presenza di papa Francesco a Napoli e l’importante documento, senza precedenti, da lui firmato unitamente al grande Imam, lasciano pensare e sperare che realmente Napoli possa candidarsi a capitale del dialogo interculturale e interreligioso”, conclude.