Napoli-Parallelo Zero verso gli States Regina: Così seduco la Grande Mela

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Gennaro ReginaParallelo zero. Napoli come un luogo primigenio, origine della civiltà e principio vulcanico e generatore dell’esistenza, non meramente umana ma soprattutto naturale. Parallelo zero come punto di inizio e genesi essenziale della creatività filtrata dalla sensibilità di Gennaro Regina, artista partenopeo, classe 1965, che adesso approda negli Stati Uniti con due personali come due bussole orientate verso la città-madre, la città-radice. Metafora del titolo delle esposizioni, Parallelo zero, appunto, tra Chicago e New York. Primogenito di una antica famiglia di librai antiquari Regina sedurrà gli States con la sua sfrontata, eppur semplice, cifra stilistica, l’eccesso dei colori, la sensualità approfondita a mani piene, le donne sempre protagoniste, carnali e carnose, il corpo femminile come una cartina per orientarsi nel mondo. “I primi paesaggi che ho visto in Gennaro Regina mi sono sembrati immediati, travolgenti, perfetti, fin troppo riusciti” annota Vittorio Sgarbi nella prefazione del catalogo delle mostre, in programma dall’11 giugno nella città che ha addestrato Obama alla politica per spostarsi nella Big Apple dal 13 luglio. “Ho capito – continua il critico – che Regina giocava con la tradizione irrisa, dimenticata, insistendo sul rosso del cielo, sul mare come uno specchio, il vulcano come un fuoco d’artificio. Tutti elementi di un repertorio dissacrato e consacrato. Perfetto e giocoso. Divertimenti e icone di un pittore abile che non vuole farsi stringere in un cliché e che capisce il privilegio delle sue origini, di essere napoletano, di poter vivere e raccontare emozioni che ad altri non sono consentite”.

Regina, l’America è sedotta dalla sua arte?

Direi di sì e ho grandi aspettative. Le mie opere sono state selezionate per celebrare l’anniversario della presidenza italiana alle Nazioni Unite. È la prima volta che espongo negli Stati Uniti, un traguardo che considero con orgoglio l’esito prevedibile del successo che le mie creazioni da anni riscuotono negli States.

Grazie ad un immaginario che reinterpreta i simboli di Napoli attraverso uno sguardo personale?

La mia Napoli è carica di icone, il Vesuvio, che ormai dipingo a memoria, San Gennaro, il lungomare, il tipico pino. Tutti segni che elaboro lasciandomi ispirare da una premessa di base: Napoli è per me il centro della civiltà, il Parallelo zero, un titolo che non è stato necessario tradurre. In americano è identico.

Quante le opere esposte?

Trentadue, per la maggioranza inedite. Molti i collage che ho appena realizzato sfruttando come supporti anche i ritagli di giornali. Gioco con l’attualità, mi piace guardare alla realtà di tutti i giorni. Alcune opere sono affollate di volti noti, da Berlusconi alla Merkel, o rimandano a temi caldi, come “Spread Giudicata”, sullo spread che ci sta distruggendo, un divario provocatoriamente reso attraverso una donna dalle gambe spalancate. Un’altra figura femminile che rende un concetto chiave della contemporaneità è il collage “Speculazione”, il corpo del soggetto è rivestito da pezzetti di un libro dell’Ottocento, una mappa geografica di come appariva all’epoca la Terra dei Fuochi. Le donne ricorrono spesso, addirittura in una manipolazione dell’Uomo vitruviano di Leonardo. Un uomo che, muovendosi, finisce per accoppiarsi con una donna. Indago di frequente la sessualità perché è presente in ogni impulso umano. Le esposizioni accolgono anche un’opera della filmaker Sharunya Galickaite- Varriale, nata a Chicago e napoletana d’adozione. Proietteremo un suo bellissimo corto, “Sebastian”, che parla di un bambino sospeso tra depressioni e gioie.