Napoli, riutilizzavano marche da bollo fotocopiate: sei avvocati indagati a Nola

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Marche da bollo fotocopiate utilizzate più volte dallo stesso avvocato o da professionisti dello stesso studio legale. E’ quanto scoperto dalle indagini della Procura di Nola culminata nell’esecuzione, da parte dei finanzieri del gruppo di Nola, di un’ordinanza di applicazione della misura interdittiva del divieto di esercitare la professione di avvocato nei confronti di 6 professionisti, indagati per tentata truffa aggravata ai danni dello Stato. Le indagini sono scaturite da molteplici segnalazioni pervenute alla Procura di Nola tra il 2018 e il 2020 dalla Presidenza del Tribunale di Nola in merito ad irregolarità rilevate dall’Ufficio Ruolo generale affari contenziosi civili. In pratica, nel procedere alle lavorazioni delle buste telematiche trasmesse dagli avvocati e contenenti l’iscrizione a ruolo di cause civili, nel momento in cui l’operatore dell’Ufficio Ruolo generale procedeva ad inserire il numero identificativo della marca da bollo o del contributo unificato, il sistema informatizzato segnalava che gli stessi risultavano già registrati e utilizzati.
Il gruppo della Guardia di Finanza di Nola è stato delegato dalla Procura nolana a verificare l’autenticità delle marche da bollo e dei contributi unificati oggetto di segnalazione, nonché a riscontrare l’eventuale utilizzo dei valori da bollo in altri procedimenti incardinati anche presso altri Uffici giudiziari dell’intero territorio nazionale. E’ stato così possibile accertare che tutte le marche da bollo segnalate, alla data della richiesta di iscrizione a ruolo, risultavano essere già state utilizzate, come mere fotocopie, alcune anche più volte dallo stesso difensore, ovvero da altri avvocati facenti parte del medesimo studio legale degli indagati.Responsabili di plurime condotte di tentata truffa aggravata ai danni dello Stato. Gli indagati hanno indotto in errore il funzionario responsabile dell’Ufficio Ruolo generale affari contenziosi civili del Tribunale di Nola al fine di procurarsi un ingiusto profitto patrimoniale pari all’importo del valore bollato riutilizzato, con corrispondente danno economico per lo Stato.