Napoli: si legge di meno e si va “indietro” di più

89

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 24 gennaio all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

Da piazza dei Martiri Il porticato, all’angolo con via di Cappella Vecchia, è apparso ingrigito di colpo all’annuncio della imminente chiusura della “Feltrinelli”. Il primo megastore (aperto a Napoli il 12 luglio del 2001), col suo imponente carico di libri si presentava come un grande faro capace di “illuminare d’Immenso” (avrebbe detto Ungaretti) una città che, pur con la sua consolidata storia culturale, aveva bisogno di una nuova testimonianza più in linea coi tempi. Tutto insieme: prima consultazione e sommaria lettura, acquisto e al piano sottostante dibattiti con vivacissimi confronti di idee. ”Ora la saracinesca abbassata”, scrive opportunamente Gennaro Di Biase, “getta il cuore di Chiaia in una specie di limbo di precarietà e di smarrimento”. Il timore è che il restyling programmato vada oltre il semestre preventivato che, comunque, restituirà una Feltrinelli “mutilata” dell’ampio locale sottostante il livello stradale.

REGRESSIONE CULTURALE. Nel nostro Paese la produzione libraria è in costante aumento, partendo da 7 mila volumi al mese. In costante diminuzione invece, con accentuato divario, la lettura partendo dal 48,1 per cento degli abitanti al Nord e dal 27,9 al Sud. Si scrive molto e si legge poco. In otto anni sono scomparsi, nella sola Città metropolitana di Napoli, 261 punti di vendita. “Ogni volta che in un quartiere chiude una libreria -si duole Guido Trombetti già rettore della Federico II -si spegne una luce. Si “vive quasi al buio” perciò, perfino nella vasta area di Chiaia-Posillipo (ad alto reddito individuale), dove oltre 100 mila abitanti non dispongono di librerie. Solo problemi di affitti, tasse allo Stato e costo delle utenze?

MIRACOLOSA PROCIDA. La piccola “isola che non isola” ha saputo meritare il titolo di “Capitale della cultura”. Ora le subentreranno due città, Bergamo e Brescia, che sono anche capoluoghi di provincia. Il “passaggio delle consegne”, in un clima di operosa e convinta solidarietà, nel palazzo reale di Napoli. I procidani hanno potuto vantare un bel risultato anche economico: nell’anno del titolo, il fatturato delle imprese isolane si è raddoppiato raggiungendo, per ognuna, un utile netto di 500 mila euro. Nel territorio lombardo, dove il Covid si era caparbiamente radicato, vinta invece la sfida della sanità. “Durante il lockdown -dicono i due sindaci Giorgio Gori e Emilio Del Bono- musica, film e libri hanno dato un grande aiuto a resistere e a sconfiggere il male”.

RICORDARE ORAZIO BOCCIA. Non è deceduto, novantenne nella sua Salerno, un semplice tipografo, ma -come scrive Alfonso Ruffo- un imprenditore delle “arti grafiche” che è riuscito a mettere in moto verso l’alto l’ascensore sociale in un Paese dove gli ascensori  ”tendono ad andare verso il basso” (soprattutto in politica…). Alla sua “scuola”, improntata a rigore e costante impegno, è uscito il figlio Vincenzo salito ai vertici della Confindustria. Ma nel libro “Storia di uno scugnizzo”, si racconta anche come, con lui, si sono formati “fior di giornalisti e di scrittori”. Con un “lascito” di Valerio Castronuovo, storico dell’Economia ma non solo, Orazio Boccia realizzò una Biblioteca di oltre 20 mila volumi che rendeva i saperi accessibili a tutti, sempre più convinto -come sottolinea ancora Ruffo- che mestiere dello stampatore non è quello meccanico di imprimere lastre e fogli, ma di “tenere alta la fiaccola della cultura”.

DON TERREMOTO E PRETE ANTICAMORRA. Due fasi fondamentali nella vita di Antonio Riboldi. Nel Belice devastato da scosse terrificanti, in prima linea per la ricostruzione sottratta a ogni affarismo; ad Acerra, vescovo nominato da Paolo VI, in marcia coi giovani verso Ottaviano “occupata” dalla criminale camorra cutoliana. Forte l’appello a una vita semplice, fuori dal consumismo compulsivo: nei battesimi, cresime e matrimoni niente ostentazione di ricchezza, ma abiti semplici per tutti, bambini e adulti. Sua l’iniziativa del Polo Pediatrico a favore delle famiglie meno abbienti. Un sacerdote di laica religiosità che, a 100 anni dalla nascita, viene ricordato nella biografia del sacerdote Silvano Bracci (“Una strada nel deserto”) e nel libro di Pietro Perone (“Don Riboldi, il coraggio tradito”). Forte il legame col Premio letterario Capri-San Michele di cui questo straordinario personaggio è stato assiduo frequentatore.