Napoli, summit in Comune sulla concessione dei parcheggi

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Le commissioni Infrastrutture, presieduta da Gaetano Simeone, e Patrimonio, presieduta da Carmine Sgambati, hanno esaminato oggi in seduta congiunta la vicenda della concessione dei parcheggi di via Morelli, piazza Nazionale e piazza San Francesco. Diverse le questioni ancora da approfondire girate agli uffici competenti e che saranno oggetto di un prossimo incontro. La questione della convenzione, stipulata negli anni 90 e rinegoziata nel 2010, per la realizzazione di tre parcheggi in concessione per la durata di novant’anni, presenta una serie di criticità che vanno chiarite per definire il quadro dei rapporti tra Amministrazione e privati e le eventuali azioni correttive da intraprendere. Questi gli aspetti fondamentali della questione oggi in esame e che i presidenti Simeone e Sgambati, introducendo il tema in discussione, hanno riepilogato, sollecitando ulteriori approfondimenti su: regolarità dei pagamenti, eventuali inadempienze contrattuali, adeguatezza del canone, ammontare delle spese sostenute dal concessionario e possibilità per questi di utilizzare le aree per attività diverse da quella del parcheggio. I pagamenti dei canoni annuali dovuti dalla concessionaria Napoletana Parcheggi Spa per i tre parcheggi ammontano in totale a quasi 20 mila euro annui; gli importi sono stati rivalutati nel 2010 e sono pari a 5mila 628 euro per il garage S. Francesco, 3 mila 752 euro per la struttura di piazza Nazionale e 9 mila euro per quella di via Morelli. Tali importi sono stati al momento saldati, per il 2015 ed per gli anni pregressi, in ritardo e dopo ripetute sollecitazioni, ad ottobre 2016, mentre quello dell’anno appena terminato è stato saldato lo scorso gennaio. La questione delle tariffe orarie, da un minimo di due euro di piazza Nazionale al massimo di quattro euro del garage Morelli, riviste insieme ai canoni con la delibera 2292 del 2010, suscita invece diverse perplessità, anche in considerazione delle attività diverse dal parcheggio poste in essere nella struttura di via Morelli. Anomalie da rimodulare, nel commento dell’assessore al Patrimonio Ciro Borriello, frutto di una programmazione ormai superata e che va rivista alla luce delle mutate condizioni. Dopo gli interventi dei dirigenti a diverso titolo interpellati ? Aprea, della Direzione centrale Patrimonio che ha chiarito l’incompetenza in materia di parcheggi, D’Alessio, del servizio Mobilità sostenibile, Leone, del sistema Infrastrutture di trasporto delle opere pubbliche e parcheggi, Esposito, comandante della Polizia Locale ? l’avvocato Morricone dell’Avvocatura comunale ha illustrato lo stato del contenzioso che vede contrapposto il Comune alla Napoletana Parcheggi per la mancata realizzazione dei posti auto nel numero inizialmente previsto. La procedura arbitrale attivata dalla società, e contestata dal Comune, ha portato alla condanna dell’Amministrazione al pagamento di una somma di 8 milioni e mezzo di euro, sentenza esecutiva e lodo sospesi su richiesta del Comune in attesa della conclusione del giudizio, prevista per la fine di quest’anno.

E’ stata infatti approvata lo scorso 14 dicembre la graduatoria definitiva degli enti o associazioni assegnatarie, a titolo gratuito, di 14 beni confiscati alla criminalità organizzata sulla base di un avviso pubblico del maggio 2016 al quale avevano partecipato 56 enti o associazioni. La riunione era stata richiesta, come ha ricordato in apertura il presidente Federico Arienzo, dalla consigliera Bismuto (Dema); quest’ultima, insieme al consigliere Brambilla (Mov. 5 Stelle) hanno formulato una serie di quesiti, sia di carattere generale che specifici sulle assegnazioni fatte, alla dirigente del servizio Cooperazione decentrata, legalità e pace, Lucia Di Micco, ed ai funzionari che hanno seguito il bando, Degni e Neri. Sono stati quindi esposti i principi generali che hanno ispirato il bando, e fondamentalmente quelli della restituzione alla città dei beni confiscati e della riqualificazione del bene (le spese per la ristrutturazione e manutenzione del bene sono totalmente a carico degli assegnatari), ed i criteri che l’apposita commissione ha seguito nell’assegnazione dei punteggi ai 56 progetti presentati. Oltre ai responsabili del servizio competente, ha spiegato la dottoressa Clara Degni, della commissione hanno fatto parte delegati del settore Welfare e Patrimonio, mentre, a monte, erano stabilite, per ogni zona cittadina, le aree di intervento per le quali erano ammissibili le proposte; ad esempio, servizi relativi alla disabilità e alla legalità per la Iª Municipalità, servizi relativi agli immigrati e senza fissa dimora per la IIIª Municipalità, servizi relativi alla salute mentale per l’VIIIª. Nell’ambito dei criteri per l’attribuzione dei punteggi, peso preponderante nella valutazione l’ha assunta, così come stabilito nella delibera di Giunta n. 267 dell’aprile 2016, la sostenibilità economica e organizzativa delle attività progettuali, cioè la effettiva capacità del soggetto proponente di realizzare concretamente l’attività da svolgere, e ciò sia per competenza nei vari settori di intervento che per capacità economica. In questo modo, si è cercato di evitare assegnazioni che di fatto potessero essere vanificate, come è accaduto per il passato, dall’impossibilità di offrire servizi concreti o soltanto di far fronte alle spese. Dei 14 beni messi a bando, 3 non sono stati assegnati, o perché non sono pervenute proposte o perché i soggetti proponenti mancavano di requisiti specifici, come la completezza della documentazione richiesta o la certezza della capacità economica. L’amministrazione ritiene di emanare un nuovo bando per la loro assegnazione, è stato risposto ai consiglieri che hanno formulato diverse domande ed anche proposto, è il caso della consigliera Bismuto, di tener conto, nelle prossime assegnazioni, delle piccole realtà associative territoriali che, non potendo competere con grandi organizzazioni, corrono il rischio di restare escluse dall’opportunità offerta dall’assegnazione di beni confiscati alla criminalità organizzata.