Napoli Teatro Festival, Barbano e Cappuccio presentano l’edizione 2019 a Milano

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In foto Alessandro Barbano, presidente della Fondazione Campania dei Festival

“Milano è il punto di proiezione più forte da cui, in questo momento, dall’Italia si guarda in Europa, quindi un festival internazionale di teatro non può non parlare, oltre che da Napoli, anche da Milano, una città in cui la Regione Campania, proprio di recente, ha inaugurato una nuova sede”. Lo ha dichiarato il presidente della Fondazione Campania dei Festival Alessandro Barbano motivando la scelta di inaugurare il Napoli Teatro Festival nel capoluogo Lombardo. È stata infatti presentata ieri a Milano nello spazio Campania in piazza Fontana, la dodicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, al via dall’8 giugno al 14 luglio. Sarà la terza diretta da Ruggero Cappuccio, realizzata con il sostegno della Regione Campania, e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival. Le coproduzioni sono state avviate con rilevanti realtà storiche della città di Milano, come il Teatro dell’Elfo e il Teatro Franco Parenti, tracciando un percorso che, hanno fatto sapere gli organizzatori, il festival svilupperà anche nelle prossime edizioni. Per l’edizione 2019, il Teatro dell’Elfo ha scelto di riallestire il testo teatrale che nella storia di Broadway ha ottenuto il maggior numero di nomination ai Tony Award: “Angels in America” di Tony Kushner. Lo spettacolo, coprodotto dalla Fondazione Campania dei Festival, sarà porta in scena, nella regia firmata a quattro mani da Ferdinado Bruni ed Elio De Capitani.
Anche il direttore artistico del Festival, Ruggero Cappuccio, è intervenuto sulla questione Napoli-Milano: “Il percorso che riguarda i rapporti culturali tra Napoli e Milano è legato agli scrittori e agli artisti che hanno lasciato il Sud come loro luogo di origine per essere accolti dai centri produttivi ed editoriali del capoluogo lombardo, concretizzando l’aiuto e lo scambio di energie tra queste due città. In questo senso è allo studio una riflessione su quelli che saranno i prossimi itinerari per inquadrare bene questa tematica”. “Le due città – ha proseguito il direttore – che storicamente hanno anche un collegamento fortissimo per quanto riguarda l’Illuminismo, sono due centri che, sul piano della vivacità teatrale, pur con tradizioni e prassi diverse, hanno dato vita ai momenti più affascinanti del teatro italiano degli ultimi sessant’anni. Perché è impossibile non considerare che da un lato c’era Eduardo e dall’altro Strehler, a Napoli Eduardo e a Milano Testori”. “Quindi – ha concluso Cappuccio – sia sul piano delle drammaturgie che sul piano delle regie, e anche su quello dell’invenzione dei teatri, mentre Eduardo comprava il San Ferdinando bombardato, l’altro si inventava Il Piccolo Teatro di Milano”.