Nel 2015 sorpasso del digitale e segno +

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(ANSA) – ROMA, 12 APR – Per la prima volta da quasi 20 anni, il mercato mondiale della musica torna a mostrare il segno “più”. Nel 2015 i ricavi sono cresciuti del 3,2% raggiungendo i 15 mld di dollari, secondo l’IFPI Global Music Report. A trascinare le vendite è il comparto digitale che ha spinto sull’acceleratore e, per la prima volta, supera i tradizionali supporti fisici, diventando la prima fonte di ricavi per la discografia.
    Il digitale rappresenta il 45% dei ricavi, il fisico il 39%, ma in 19 Paesi il digitale va oltre la metà del mercato.
    L’analisi dell’IFPI evidenzia come il digitale sia cresciuto del 10.2% rispetto a un anno fa (6,7 mld di dollari), con un aumento dello streaming del 45.2%, che controbilancia il declino registrato invece dal download e dal fisico. In Italia il mercato discografico è cresciuto del 21% (dati Deloitte), con un fatturato di 148 mln di euro e il digitale a coprire il 41% del mercato. Cresce lo streaming, mentre affonda il download (-5%).
    Resiste il “vecchio” cd con una crescita del 17%.
   

(ANSA) – ROMA, 12 APR – Per la prima volta da quasi 20 anni, il mercato mondiale della musica torna a mostrare il segno “più”. Nel 2015 i ricavi sono cresciuti del 3,2% raggiungendo i 15 mld di dollari, secondo l’IFPI Global Music Report. A trascinare le vendite è il comparto digitale che ha spinto sull’acceleratore e, per la prima volta, supera i tradizionali supporti fisici, diventando la prima fonte di ricavi per la discografia.
    Il digitale rappresenta il 45% dei ricavi, il fisico il 39%, ma in 19 Paesi il digitale va oltre la metà del mercato.
    L’analisi dell’IFPI evidenzia come il digitale sia cresciuto del 10.2% rispetto a un anno fa (6,7 mld di dollari), con un aumento dello streaming del 45.2%, che controbilancia il declino registrato invece dal download e dal fisico. In Italia il mercato discografico è cresciuto del 21% (dati Deloitte), con un fatturato di 148 mln di euro e il digitale a coprire il 41% del mercato. Cresce lo streaming, mentre affonda il download (-5%).
    Resiste il “vecchio” cd con una crescita del 17%.