Nel Sannio torna VinArte. Sezione dedicata alla fotografia: ne parliamo con la curatrice Azzurra Immediato

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in foto Pasquale Palmieri, © Waste Land, courtesy l’artista

Ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.

Il Sannio si anima grazie all’arte e come ogni anno, fa ritorno il festival VinArte, ideato dieci anni fa da Giuseppe Leone, che lo vede anche nei panni di direttore artistico. La rassegna, nata in seno alla kermesse enoculturale Vinalia, quest’anno scorgerà il ben noto percorso nel borgo antico di Guardia Sanframondi e tra le cantine dipanarsi con una formula del tutto nuova; tuttavia, l’arte, come il vino, sono una certezza delle due rassegne commiste e così anche la fotografia, sezione dedicata che ha sempre rivestito grande importanza in VinArte. Affidata per il terzo anno consecutivo ad Azzurra Immediato, ospiterà artisti ed opere provenienti dall’Italia e non solo, ma abbiamo scelto di porre alla curatrice alcune domande per scoprirne di più.

Post tenebras spero lucem è il motto che funge da tema filosofico per VinArte. In che modo risponde a tale concetto la fotografia?

Il cammino ontologico ed estetico portato avanti dalla Sezione Fotografia di VinArte che, con piacere, torno a dirigere per il terzo anno, si propone come tragitto visuale nel solco della volontà di far affiorare mediante la luce ciò che l’inconscio affranto da un anno così devastante come il 2020 vuol recare con sé, far sì che sospinga nuove inattese percezioni, secondo corali verità, ovvero quelle dello sguardo principe dei fotografi sull’inenarrabile ma anche su un nuovo modo di osservare questo mutato mondo. In realtà, se pensiamo al lemma stesso ‘fotografia’ ci accorgiamo che etimologicamente deriva da φῶς e γραϕία, ossia luce e scrittura, dunque traccia grafica che, mediante la luce, permette di eternare la visione, cristallizzare istanti e delineare immagini altrimenti impossibili.

I nomi dei fotografi presenti, alcuni già noti a VinArte ed altri nuovi ospiti, rivestono, in campo nazionale ed internazionale ruoli già definiti. In che modo essi hanno saputo rispondere a questa sua chiamata?
Riflettendo sul motto della X edizione di VinArte, Post tenebras spero lucem, ho indagato come in un taccuino mnestico e ad ogni rilettura sono emersi dettagli velati ed inusitati. Allo stesso modo ho deciso di trarre dal buio rovinosamente calpestato nel 2020 una luce salvifica, in cui ogni scatto sia frammento di premonizione, di presagio, di nuova cosmogonia tesa ad ampliare uno sguardo immaginifico nel quale desiderio e realtà si missano, ove λόγος e τέχνη definiscono un itinerario inatteso, generante liriche visioni. È in tal modo che i nomi degli artisti sono affiorati in modo naturale, a partire dalle loro ricerche, talvolta lontane, tal altre distanti, eppure ricongiungibili. Alcune di queste ricerche e poetiche ho imparato a conoscerle negli anni, altre sono state per me rivelazioni durante la quarantena o poco più avanti e ho deciso di raccogliere le diverse ed eclettiche narrazioni per una mostra composita e ricca di emozioni.

Si può già svelare qualche nome?
Farò di più, svelerò i nomi di tutti i fotografi presenti. Due le anime in mostra, quella del Genius Loci, racchiusa negli scatti di Federica Assini, Pasquale Di Cosmo, Francesco Garofano, Mariagrazia Pigna e Germana Stella, fotografi il cui narrare per immagini si tesse, come nell’anima di Vinalia e VinArte, con la visione afferente alle radici di questa terra ma senza alcuna banalità e spesso con racconti che arrivano da molto lontano e che sosteranno nella Sagrestia Vecchia. Nell’antico Palazzo Marotta Romano, invece, il pubblico potrà relazionarsi con le fotografie dei campani Pasquale Palmieri, Luigi Salierno, Federico Iadarola, Libero De Cunzo, Natalino Russo, del partenopeo Fabio Ricciardiello ormai milanese d’adozione, degli emiliani Anna Rosati, gradito ritorno a VinArte, Fiorella Iacono, Marco Lombardo ed infine del piemontese Luca Vidali e del novarese Manuele Geromini, che vive e opera tra Parigi ed il Sud della Francia. Insomma, una sorta di compendio nel borgo antico di Guardia Sanframondi, mediante cui riappropriarsi del già noto per alterità, attraverso le opere di artisti “aggregati per differenza” per dirla con le parole di Roberto Daolio. In una trama così ordita, di grammatiche, visioni e linguaggi differenti ed altrettanto affascinanti, ogni artista ed ogni opera tracciano una fenomenologia capace di lasciar spazio ad un tempo nuovo, ad una luce che, per misterica alchimia, potrà insegnarci a guardare una nuova ed inaspettata trascendenza, distinguendo l’accadimento dalla metafora per affezione al futuro che verrà.

VinArte, dunque, si conferma un atteso appuntamento, seppur rinnovato quest’anno. Tuttavia, la dimostrazione che la cultura, la progettualità arte & impresa siano vincenti sono ‘fotografia’ del futuro che è necessario costruire oggi. L’appuntamento è dal 4 al 10 agosto a Guardia Sanframondi e la fotografia, da scoprire nelle antiche via del borgo, in palazzi dal fascino ammaliante, sarà occasione speciale per riflettere sul nostro tempo in un momento storico così particolare, grazie ad artisti e fotografi che, con il loro sguardo profetico, sapranno forse svelare l’essenza di questo 2020.

in foto Manuele Geromini, ©Étude du mouvement, courtesy  coll.privata Tagliafierro – Provera
in foto Libero De Cunzo, ©Vicini lontani, lontani vicini è la luce dell’amore che salva gli infiniti mondi, courtesy l’artista
in foto Azzurra Immediato