Nella Napoli esoterica delle Capuzzelle

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(ANSA) – ROMA, 16 APR – Napoli popolata da sirene e sibille, scenario perfetto per maghi e alchimisti, Napoli città magica per eccellenza dove si fondono miti e magie religione e superstizione. E’ questo il filo conduttore degli scatti di Salvatore Renda nella mostra ‘Napoli Esoterica’ che apre il 21 aprile negli spazi del complesso monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli. Le location degli scatti sono il Cimitero delle Fontanelle, le Catacombe di San Gaudioso, la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio (Chiesa delle Capuzzelle) nel rione Sanità.
    “Sono alcuni dei luoghi da me visitati e fotografati – spiega l’autore – dove è palpabile la sensazione di essere in un luogo rispettato e venerato dal popolo napoletano”. Renda ha focalizzato molto l’attenzione sul rito delle “Anime Pezzentelle” che prevedeva nel cimitero delle Fontanelle l’adozione e la sistemazione in cambio di protezione di un cranio (detta “capuzzella”). Il cimitero accoglie 40.000 resti, vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836.
   

(ANSA) – ROMA, 16 APR – Napoli popolata da sirene e sibille, scenario perfetto per maghi e alchimisti, Napoli città magica per eccellenza dove si fondono miti e magie religione e superstizione. E’ questo il filo conduttore degli scatti di Salvatore Renda nella mostra ‘Napoli Esoterica’ che apre il 21 aprile negli spazi del complesso monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli. Le location degli scatti sono il Cimitero delle Fontanelle, le Catacombe di San Gaudioso, la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio (Chiesa delle Capuzzelle) nel rione Sanità.
    “Sono alcuni dei luoghi da me visitati e fotografati – spiega l’autore – dove è palpabile la sensazione di essere in un luogo rispettato e venerato dal popolo napoletano”. Renda ha focalizzato molto l’attenzione sul rito delle “Anime Pezzentelle” che prevedeva nel cimitero delle Fontanelle l’adozione e la sistemazione in cambio di protezione di un cranio (detta “capuzzella”). Il cimitero accoglie 40.000 resti, vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836.