Nella Terra dei fuochi nel 2020 circa 2 mila incendi. Roghi tossici aumentati del 30% rispetto al 2019

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(foto da Adobe Stock gratis)

Resta alta, da parte della Dia, come si legge nella relazione semestrale, l’attenzione verso il territorio della Terra dei fuochi compreso tra le province di Caserta e Napoli (Litorale Domitio, Agro aversano-atellano e Agro acerrano-nolano-vesuviano) un tempo tra le zone più fertili d’Italia “oggi emblema di un estremo degrado ambientale legato allo smaltimento illegale dei rifiuti”. Il fenomeno è stato oggetto di studio, frutto di un accordo di collaborazione scientifica della durata di 4 anni tra l’Istituto Superiore di Sanità e la Procura della Repubblica di Napoli Nord a conclusione del quale, nel mese di dicembre, è stato presentato il rapporto finale. L’analisi illustra l’impatto sanitario degli smaltimenti controllati e abusivi di rifiuti compresi quelli pericolosi e delle combustioni incontrollate mettendo in connessione le stime di rischio ambientale con i dati sanitari relativi all’incremento di alcune gravi patologie. In particolare “l’area oggetto dell’indagine riguarda il territorio dei 38 Comuni del Circondario della Procura di Napoli Nord, 34 dei quali rientrano nella definizione “Terra dei Fuochi” della legge 6/2014 con una superficie totale di 426 km2. Su questa area, in base ai dati raccolti disponibili al gennaio 2017, sono stati registrati 2.767 siti interessati da smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali.Con riferimento al settore del ciclo dei rifiuti che, come confermato anche nell’ultimo Rapporto Ecomafia 2020 pubblicato da Legambiente resta uno dei principali business delle ecomafie in Campania appare significativo il fatto che in un anno si siano consumati 1.930 reati legati agli sversamenti illeciti e che nella cd. “Terra dei fuochi” compresa tra le province di Napoli e Caserta siano stati segnalati dal Corpo dei vigili del fuoco circa 2000 roghi in un anno con una media di cinque/sei segnalazioni al giorno e un aumento di circa il 30% di quelli tossici rispetto all’anno precedente.