Niccolò Fabi incanta e commuove la sua Roma

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Roma, 27 nov. (AdnKronos) – di Antonella Nesi

Incanto e commozione ieri sera, in un Palalottomatica gremito di fan, per il concerto-festa per i 20 anni di carriera di Niccolò Fabi. Il cantautore romano ha voluto che fosse la sua Roma ad ospitare il live che ha concluso il tour seguito alla pubblicazione della raccolta “Diventi Inventi 1997-2017”. Ultimo concerto prima di un “periodo di pausa” dalle scene che l’artista ha annunciato di volersi prendere. Un concetto ribadito anche dal palco del Palalottomatica, di fronte ad una platea che dissentiva urlando “nooooo”. “Ogni tanto è necessario”, ha risposto lui.

Così la festa ha assunto un peso emotivo ancor più grande, tanto per il pubblico quanto per Fabi, che dopo aver cantato le prime due canzoni (‘Una somma di piccole cose” e “Filosofia agricola”), ha avvertito le ragazze presenti che il concerto avrebbe creato qualche problema al loro mascara, perché avrebbe fatto scendere “qualche lacrima”. Commozione che ha tradito lo stesso Fabi, quando nella parte finale della scaletta, dopo aver cantato, accompagnato da Daniele Sinigallia, ‘Lasciarsi un giorno a Roma’, l’intero Palalottomatica (grazie ad una coreografia preparata dal fan club) si è alzato in piedi tenendo in mano un foglio su cui campeggiava la scritta ‘Grazie’.

Come in ogni festa che si rispetti non sono mancati gli ospiti: da Fiorella Mannoia, con cui Niccolò ha intonato ‘Offeso’, agli amici di una vita Max Gazzè e Daniele Silvestri. Con loro Fabi ha cantato ‘Alzo le mani’, ‘L’amore non esiste’ e ‘Vento d’estate’. Ma Niccolò, in una scaletta che ha ripercorso 4 lustri della sua produzione, dalla partecipazione a Sanremo con ‘Capelli’ ad oggi, ha voluto come ospiti soprattutto i musicisti che lo hanno affiancato in tutti questi anni. E così, il concerto è stato suddiviso in sei set diversi con Fabi accompagnato da diverse formazioni. Sul palco al suo fianco si sono avvicendati prima Alberto Bianco, Filippo Cornaglia, Damir Nefat e Matteo Giai; poi Danilo Pao, Lorenzo Feliciati, Aidan Zammit, Massimo Cusato e Agostino Marangolo; e ancora Alberto Bianco, Filippo Cornaglia, Damir Nefat e Matteo Giai. A metà concerto la formazione della band è cambiata ancora con Roberto Angelini, Andrea Di Cesare, Fabio Rondanini, Daniele Rossi, Pier Cortese e Gabriele Lazzarotti. Per il finale sono saliti sul palco anche gli GnuQuartet e Alberto Bianco, Filippo Cornaglia, Damir Nefat e Matteo Giai. Ma c’è stato anche un brano, l’intenso ‘Sangue del mio sangue’, in cui Niccolò ha voluto restare solo sul palco con la sua chitarra e tutto il riverbero dell’emozione di un Palalottomatica innamorato.