Non basta più l’ombrello

Appena si infittisce un po’ la pioggerella l’Italia si scioglie. Crollano alberi, franano terrapieni, cedono ponti, straripano fiumi, si allagano città e campagne. Muoiono uomini e Appena si infittisce un po’ la pioggerella l’Italia si scioglie. Crollano alberi, franano terrapieni, cedono ponti, straripano fiumi, si allagano città e campagne. Muoiono uomini e donne, perlopiù anziani, autisti incauti nelle auto sommerse dal fango, passanti che scivolano nei burroni. Le dichiarazioni dei politici sono in copia conforme da destra e da sinistra, da un anno all’altro, sempre le stesse. Non è mai colpa di nessuno. Infatti “purtroppo” è l’esclamazione più usata ma in modo improprio perché le responsabilità ci sono, e come. Questo avverbio è pertinente quando l’accaduto non dipende dal comportamento di nessuno. Purtroppo, la glicemia è alta, il raccolto è gramo, oggi non c’è sole…. Ma se ogni volta che piove succede un disastro, sempre nelle stesse regioni, vuol dire che c’è una negligenza reiterata e cause non rimosse. Le stesse autorità che se ne fregano, piangono danni e lutti che sono sempre i cittadini a pagare e che si ripercuotono sulle attività produttive per tanto tempo ancora. Ingenti sono le spese di riparazione, enorme il disagio, tante le speculazioni. Non costerebbe molto meno una sistemazione idrogeologica definitiva del territorio? Ma forse qualcuno guadagna su quelle sciagure. Un tempo c’era persino chi esultava. Finalmente un’idea! Dopo avere privato gli anziani della tradizionale riduzione per l’ingresso nei musei, arriva un’altra iniziativa di Franceschini, subito abortita. Alle celebrazioni per il terzo anniversario della morte di Lucio Dalla lancia la proposta di studiare i testi delle canzoni del grande artista nelle scuole. Dopo gli hipp hipp e applausi di circostanza, mentre c’è già chi sta sollevando il dubbio se inserire la materia di studio nell’insegnamento dell’italiano o della musica, qualcuno fa timidamente notare che anche un altro Lucio, altrettanto famoso, Battisti, meriterebbe la citazione. E, seppure non si chiamino Lucio, però anche loro scomparsi, Modugno e tanti cantautori italiani sono dello stesso livello artistico. L’euforia generale si spegne – il numero dei poeti musicali, uno dietro l’altro, intanto, si moltiplica – quando al ministro si fa notare che quei testi sono fascinosi se cantati. Infatti, non si è mai proposto come materia di studio i libretti del Nabucco o del Barbiere di Siviglia, opere di successo secolare, perché senza musica perdono qualsiasi fascino. C’è sempre un momento di imbarazzo quando una proposta, che l’uomo di potere crede geniale, cade nel ridicolo. Per carità di patria, nessuno ha suggerito di fare una prova dimostrativa. Il ministro sembrava già convinto e – non l’ha detto chiaramente, ma l’ha fatto capire – si impegna a non farsi venire, per il momento, altre idee.. Palestina 1X2 Pensarla diversamente tra alleati è lecito, ma non in politica estera, che è il biglietto da visita del paese. Se due coalizioni eterogenee decidono di governare assieme, debbono convergere almeno su un programma fondamentale. Ecco perché cadiamo nel ridicolo. Andiamo a parlare inutilmente con la Merkel, con Putin e con Hollande, che non ci prendono sul serio. Junker non ci riceve nemmeno. È ingiusto deridere la Mogherini. La colpa non è neppure degli altri mediocri che ci rappresentano. Tutto il paese è così, sempre in bilico tra destra e sinistra, tra onestà e corruzione, tra superficialità e indecisione. I giornali, questuanti, sono schierati col potere e non rappresentano più l’opinione pubblica, né, tanto meno, la informano. Anzi, esaltano l’ambiguità che ci caratterizza. Essendo in via di estinzione, anziché trovare idee nuove e uomini migliori, cercano protezione e contributi. La TV non è diversa. Gruber e Giletti, zittiscono chiunque nomini Renzi, prim’ancora di scoprire se ne parlerà bene o male. Ecco perché certe notizie, come la visione governativa del problema palestinese, passano sotto silenzio. La scorsa settimana, nella stessa seduta, la Camera ha approvato due mozioni: una auspica la Palestina indipendente, l’altra le nega il diritto. L’Italia è ancora in mano a populisti che sanno imbrogliare la povera gente, ma non prendere posizione sulla questione mediorientale, un problema da 70 anni al centro delle polemiche che riguardano la pace nel mondo e, adesso, anche la nostra. La favola di Fedro americana Gli ottimisti credono che negli USA ci sia solo recrudescenza di razzismo. Invece, sono tornati indietro di mezzo secolo. Finché saranno assolti i poliziotti che uccidono giovani disarmati e inermi, solo perché di pelle nera, la violenza dilagherà. Purtroppo questo mio amato sud crea ovunque problemi! Gli afroamericani, che godono di pieni diritti, adesso emergono nelle professioni, negli affari, nell’arte e persino in politica. In Italia, per lo stesso motivo, ci sono i femminicidi. La società lì è ancora bianca, come da noi maschilista. Siccome è il Presidente a guidarle, le marce della pace per ora sono consentite. Chissà se lo saranno domani. C’è troppo odio, legittimato dalle sentenze dei tribunali. Dove non c’è giustizia, però, non c’è neppure democrazia. Gli stolti non si rendono conto che proprio così – quando il lupo accusa ingiustamente l’agnello di intorpidirgli l’acqua – comincia il declino delle civiltà.