Regione Campania, non ci fu danno erariale: la Corte dei conti archivia l’inchiesta su De Luca e altri 33

418

“Le prerogative della commissione regionale sugli sprechi delle aziende partecipate non erano duplicazioni di altre commissioni consiliari e pertanto non si ravvisa il danno erariale ipotizzato nell’invito a dedure di 311 mila euro”. La procura generale della Corte dei Conti della Campania ha chiuso, decretandone l’archiviazione, dell’inchiesta su 34 consiglieri regionali tra cui il governatore Vincenzo De Luca e l’ex presidente Stefano Caldoro, dopo un esposto del Movimento 5 Stelle del giugno 2017. Secondo il dossier sottoscritto dai Pentastellati, la commissione regionale che indagava sugli sprechi era accusata essa stessa di sprechi. Un organismo ritenuto nell’atto accusa dei pm contabili già illegittimo dalla nascita nel 2015, e per i due anni di proroga successivi. La Commissione speciale si profilava dunque come un “inutile doppione” rispetto ad altre strutture interne ed esterne al Consiglio regionale della Campania e aveva provocato un aggravio di costi per la collettività di oltre 311 mila euro, calcolati al 31 dicembre 2018. La costituzione della Commissione di inchiesta sulle società partecipate, consorzi ed enti strumentali dipendenti dalla Regione Campania fu approvata a maggioranza (26 consiglieri favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti) il 9 dicembre del 2015. L’insediamento e la costituzione invece avvennero nel corso della seduta consiliare del successivo 19 gennaio. Le richieste di proroga vennero approvate per altre tre volte (il 29 dicembre 2016, l’11 luglio 2017 e il 30 gennaio del 2018) e la commissione rimase in vigore fino al 19 marzo 2018, dopo avere preso in analisi complessivamente le situazioni gestionali di una dozzina di enti della galassia regionale, riportate brevemente in una ventina di pagine di relazione finale consegnate il 20 marzo 2018. L’ufficio di presidenza è costato, tra il 2016 e il 2017, oltre 87mila euro, mentre oltre 203mila euro sono costate le cinque unità costituenti il personale. A questa somma vanno anche aggiunti i costi della proroga di altri due mesi votata per alzata di mano il 30 gennaio 2018, che ammonta a quasi 21mila euro. La Procura generale, dopo l’esame delle controdeduzioni dei consiglieri, ha ritenuto che la commissione non duplicava alcuna funzione esercitata da altre commissioni regionali.