Nord e Sud nelle mani dei politici mestieranti

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in foto Matteo Salvini e Giuseppe Conte (Imagoeconomica)

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 11 luglio all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

Né perfetta né imperfetta. La tempesta abbattutasi su Montecitorio (si votava il decreto legge sugli Aiuti presentato dal premier Draghi), è stata semplicemente comica, ”figlia” adattabile più a uno scenario di provincia che al regno meteorologico. Sul palcoscenico, in contemporanea, la lega di Matteo Salvini per la parte settentrionale del Paese e, per la parte meridionale, Giuseppe Conte con quel che resta dei Cinque Stelle. Entrambi i lider con motivazioni diverse minacciavano sfracelli per poi piegarsi docilmente davanti al voto di fiducia. Ma, sembrano ora gridare (soprattutto il capo grillino), non è detta l’ultima parola: c’è ancora il Senato che potrebbe prestarsi a un’imboscata molto pericolosa. Montecitorio e Palazzo Madama distano pochi metri e poche ore: tempo e spazio sufficienti per rimangiarsi la fiducia accordata, in tanto copiosa misura, al Governo? Data la imperante schizofrenia che si taglia a fette, umori e decisioni possono mutare nel giro di pochi secondi….

TANTO RUMOR PER NULLA. Si può scegliere tra Shakespeare e Pirandello perchè il significato ironico-caricaturale non cambia. Matteo Salvini ha fatto pensare alla “maionese impazzita” appena si è messo a parlare di doppia Lega: di lotta e di Governo. Immancabile il sarcasmo di Giorgetti che richiama i “rivoluzionari della scuola di Radio Elettra” (società che, nel secondo Novecento, forniva per corrispondenza lezioni formative nel campo elettronico per poi cedere il passo a quel Cepu capace di assicurare una laurea di qualsiasi tipo in sei mesi).A classificare Giuseppe Conte ci si è messo anche Di Battista: è l’uomo “dell’anche oggi via dal Governo domani”; che propone urgenze non urgenti e soluzioni non risolutive, che affiderebbe i rifiuti di Roma a “un fuoco senza fiamma”; in sostanza, un ex premier che ha ridotto il Gruppo parlamentare più forte nella “succursale della pavidità e dell’autolesionismo”. L’avvocato del popolo non ci sta e reagisce peggiorandosi: non siamo dei vigliacchi, la nostra base ha già un piede fuori dal Governo (ma non dice dove l’altro piede è nascosto).

QUANDO IL DESTINO SI ACCANISCE. Più Conte insiste (“o Draghi ci risponde subito su reddito di cittadinanza, superbonus, salario minimo, sostegni a famiglie e imprese, transizione ecologica, oppure si rompe”), più gli manca il terreno da sotto i piedi. Ufficializza d’aver accumulato un forte disagio politico, ma resta da vedere: perché non si risolvono i problemi che solleva o per il timore, ormai certezza, che con le prossime elezioni politiche sarà condannato, come lider, alla irrilevanza. Come dire, quali abiti dovrà ora indossare: il “completo dell’uomo di Governo”, oppure “la camicia di lotta del barricadero”? Intorno a lui un groviglio di anime vuote che brancolano nel buio di idee e programmi. Situazione senza vie d’uscita mentre altri 15 grillini sarebbero pronti a raggiungere Luigi Di Maio che continua a camminare col suo progetto “Insieme verso il futuro”. Da lontano lo sguardo freddo di Beppe Grillo: vede Conte che barcolla, ma non gli dà il minimo aiuto perchè rimanga almeno in piedi.

LA RETE DEI SINDACI. Letta pensa a un “campo largo” di centrosinistra. Di Maio ai territori e a chi ne somatizza i problemi. Due regioni sono terreni significativi. Per la Lombardia è il Sindaco Giuseppe Sala l’interlocutore prescelto. Dopo il primo incontro a New York, ulteriore approfondimento a Milano, quartiere Brera. Reciproca raccomandazione: niente proclami e slogan, solo problemi da risolvere con spirito di concretezza. Per la Campania, il giovane ministro degli Esteri ha gioco facile fin quando non arriva davanti alla porta di Roberto Fico che, da presidente della Camera, difende i suoi rappresentanti in Comune e Regione. A Benevento Clemente Mastella mostra interesse al progetto dei Sindaci, ma sta ben attento a non “cadere nella rete”.

CESPUGLI IN MOVIMENTO. Nasce a Roma “Unione popolare”: insieme scombinato dei “no” finora apparsi e scomparsi dalle piazze, legati dal negazionismo irrazionale su vaccini, mascherine, alta velocità, trivellazioni. Nuovo collante il “no” al pensiero unico del draghismo. Lider Luigi de Magistris che sarà candidato al Senato. Domanda: chi risarcirà Napoli per i 10 anni che il de Magistris sindaco ha buttato al vento?