Nord Stream 2: la bomba a orologeria

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In foto Sergej Nechaev

L’ambasciatore di Russia a Berlino, Sergej Nechaev, sollecitò a fine Dicembre, quindi due mesi fa circa, una decisione rapida sull’attivazione del Nord Stream 2, il gasdotto russo-tedesco attraverso il Mar Baltico, la cui messa in funzione è stata temporaneamente sospesa dall’Agenzia federale delle reti (Bnetza). Come riferisce il quotidiano “Handelsblatt”, il diplomatico ha affermato: “Nessuno ha bisogno di un ritardo artificiale nella messa in servizio del gasdotto”.

Nechaev sopraggiunse che la Russia era pronta a fornire immediatamente gas alla Germania con il Nord Stream 2, e che si aspettava che il governo tedesco si sarebbe occupato del progetto “in maniera pragmatica e a vantaggio del consumatore”. Nechaev commentò l’ostilità dei Verdi al Nord Stream 2, in particolare da parte della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, esponente del partito. Al riguardo, Nechaev sottolineò di aver ascoltato dal “nuovo governo federale” come il gasdotto sia “un progetto del settore privato, che non dovrebbe essere legato alla politica”.

Il riferimento è alle dichiarazioni del cancelliere Olaf Scholz, secondo cui è “del tutto apolitica” la procedura di approvazione per la messa in servizio del Nord Stream 2 da parte della Bnetza. Inoltre, per l’esponente del Partito socialdemocratico tedesco (SpD), l’infrastruttura è “un progetto del settore privato”. In merito a queste affermazioni, Nechaev ha commentato: “Non prendiamo nessuno in parola, ma prendiamo atto. Ci auguriamo vivamente di portare a termine il progetto. Tutti ne trarrebbero beneficio”.

Ora è evidente che il progetto interessa eccome la politica, perché tra le sanzioni e le conseguenze dell’azione di Putin, è devastante pensare a ciò che avverrebbe ad un fermo deciso del progetto, soprattutto pensando al fabbisogno del gas di cui l’Italia ha bisogno e normalmente si nutre. La politica c’entra nella misura in cui le stesse problematiche economiche influenzano le decisioni politiche e molti oggi si chiedono, in Italia, fino a che punto sia giusto che a pagare le conseguenze delle sanzioni siano soprattutto i cittadini che già hanno ricevuto le conseguenze della tassazione energetica, che poi sempre alle vie del petrolio è legata. Una cosa è certa, non dobbiamo pensare solo al gas, e purtroppo il problema si fa ancora più grande, perché tra turismo, industria alimentare, industria aerospaziale e quanto altro, in questi ultimi anni i rapporti tra Russia e Italia erano migliorati di molto, pensando anche alla tendenza che si ebbe, molti anni or sono, di considerare il mercato russo come una prospettiva, come una opportunitàdella stessa Europa, piuttosto che una bomba ad orologeria.