Nostalgia, sul set del Rione Sanità: un libro sul rapporto tra il cast del film e l’antico rione. Dal 10 luglio in libreria

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in foto un'immagne del film Nostalgia

Sarà dal 10 luglio in libreria “Nostalgia sul set del Rione Sanità” pubblicato dalle Edizioni San Gennaro, sotto la direzione di Edgar Colonnese. Le fotografie sono di Mario Spada, i testi di Mario MartonePierfrancesco FavinoFrancesco Di LevaCarlo Rea. Postfazione di Antonio Loffredo. ”
“Le immagini del set e del backstage del film Nostalgia di Mario Martone, (tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea) e le fotografie di Mario Spada – si legge in una nota – ci consentono di partecipare assieme al regista, agli attori e alla troupe, alla conoscenza di un quartiere millenario, da sempre oggetto dell’immaginario letterario, teatrale e cinematografico. Un luogo dove emergono tutte le contraddizioni della città. Parafrasando Ermanno Rea il Rione Sanità è Napoli al quadrato”.
“Reduce dal successo al Festival di Cannes e vincitore di quattro nastri d’argento il film – prosegue la nota di presentazione –  ha consentito al cast sia artistico che tecnico di potersi immergere con rara empatia nel Rione Sanità riuscendo a stabilire un importante confronto e conoscenza con i generosi abitanti del quartiere. Il volume vuole restituire attraverso le immagini e gli scritti questa incredibile esperienza”.
Se penso ai giorni passati alla Sanità – afferma Pierfrancesco Favino -, probabilmente anch’io mi ricorderei così… con gli occhi in cerca di qualcosa, lì in alto, al di là di ciò che si coglie a un primo sguardoLe parole per descrivere le emozioni sono proprie dei poeti: gli attori se ne appropriano, le sgualciscono fino a convincersi che siano le proprie…C’è un momento in cui Felice Lasco non vuole più andar via dalla Sanità. «Chist’ è ‘o paese mio» dice con forza a chi vorrebbe convincerlo a scappare. Vi chiedo il permesso, ancora per un po’: lasciatemi credere che quelle parole siano mie”.
Spesso i miei film sono fatti camminando e sono pieni di camminate – dice Mario Martone -: ma qui camminare significava soprattutto incontrare. Incontrare padre Loffredo, che ti accoglie, e i ragazzi che sono il suo piccolo esercito… Incontrare nell’oscurità chi ti sente estraneo. Incontrare allo stesso tempo il fatalismo e la voglia di riscatto. Incontrare il mondo“.