Oasi Astroni, 60% dell’area distrutta da fiamme

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“Il 60% del patrimonio dell’oasi naturalistica è andato distrutto dalle fiamme. I danni alla flora e alla fauna sono incalcolabili, senza calcolare i danni indiretti provocati da questa devastazione!” Così il responsabile WWF del parco Astroni, Fabrizio Canonico nel corso del sopralluogo ad Agnano svolto questo pomeriggio dai senatori di Sinistra Italiana, Loredana De Petris e Peppe De Cristofaro. Il paesaggio si presenta spettrale. Le fiamme hanno aggredito circa 150 ettari dell’oasi naturalistica sui 250 complessivi. Distrutte tre tipologie di flora: la lecceta, la macchia bassa ed il sottobosco. Le fiamme hanno attaccato almeno una sessantina di fusti secolari, lecci e farnie, alcuni dei quali vecchi anche di 300 anni “ora bisognerà vedere la consistenza del fusto e delle radici, altrimenti bisognerà abbatterli”, ha commentato con amarezza il responsabile WWF. Problemi anche per la fauna: famiglie di ricci e ghiandaie sono finite in cenere. Per i volatili la famiglia che ha accusato i maggiori problemi è il falco pecchiaiolo, che proprio nelle scorse settimane stava nidificando. Per le altre specie dopo lo smarrimento seguito all’incendio si spera che possano ritrovarsi nel loro habitat. Intanto sono presenti in più punti del parco ancora piccoli roghi fumanti che i 15 volontari del WWF e la squadra antincendio distaccata dalla regione cercano di rendere definitivamente inoffensivi. C’è il fondato timore che ci possa essere una ripresa dei focolai, dopo 12 giorni di fuoco intenso. Il punto di innesco è stato nella zona di Cigliano e si è propagato dalla parte alta della conca fino al centro del cratere, risparmiando il grande lago e la radura della grande quercia, dove viene custodito come una reliquia ‘gennariello’ una farnia che conta 500 anni. Le fiamme hanno attaccato anche l’area intorno al casino di caccia borbonico, in attesa di lavori di restauro e bonifica da anni. Minata la solidità delle mura di confine e parte dei pendii di confine che ora si presentano a rischio frana nel caso di piogge intense. “L’innesco è avvenuto in località Cofanara, zona Cigliano, dove è stato individuata un cassettino con materiale incendiario. Il tentativo non è stato isolato. E’ stato ripetuto più volte. Le fiamme hanno divorato la vegetazione per 12 giorni di fila” ha concluso il responsabile WWF. Intanto giacciono da alcuni anni fondi per 670mila della Regione Campania per interventi di salvaguardia e tutela del parco, ma rimangono inutilizzati.