Oeconomicus e le condizioni per la ripresa

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in foto Samuel Brittan

Riportiamo qui la seconda nota dell’Ambasciatore di Arithmós presso Oeconomicus.

Dati tendenziali
I cittadini di Oeconomicus hanno un interesse quasi fanatico per le tendenze dei dati storici che determinano le loro azioni.
I dati di tendenza presentano un mondo simmetrico ai cittadini di Oeconomicus. Purtroppo un tale mondo non esiste. La perdita di produzione che si verifica durante un crollo pari a quello causato dalla pandemia è permanente. Il vecchio treno deragliato dell’economia non verrà rimesso in carreggiata. Quindi, addio alle tendenze storiche, come ebbe a scrivere al tempo della Grande Recessione Samuel Brittan in una nota del suo diario di viaggio (“Goodbye to the pre-crisis trend line”), pubblicata sul Financial Times il 29 ottobre 2009.

Dati finali
Oeconomicus sta attraversando un periodo di “dati finali”, cioè numeri che descrivono eventi rari e catastrofici. Graficamente, questi si possono trovare nella lunga coda della curva che registra nella sua regione iniziale una serie di eventi più frequenti ma meno disastrosi.

Senza dubbio, i dati finali mostrano che in Oeconomicus abbondano i segni di divisione e di sottrazione, mentre il segno di moltiplicazione, simbolo di fiducia, è scomparso. Eppure, è il ripristino della fiducia il presupposto per affrontare la crisi. Deve allora guarire il contratto sociale che ci lega tutti. Sempre al tempo della Grande Recessione, così si espresse il Governatore della Banca Centrale.

Oeconomicus risorgerà, a condizione che il Paese sia in grado di ripristinare il suo capitale sociale, cioè la capacità delle persone di lavorare insieme, in gruppi o organizzazioni, con l’obiettivo di raggiungere obiettivi condivisi e concordati. Le forze intellettuali, sociali e imprenditoriali sono necessarie per sforzi collaborativi congiunti, in assenza della debilitante ricerca di un consenso non innovativo. Solo sulla base dell’aumento del capitale sociale queste forze saranno in grado di agire insieme ed equamente, sia per interesse personale che per altruismo, sia nella competizione che nella cooperazione. Oltre i confini della crisi si trovano obiettivi comuni condivisi da individui che scelgono di cooperare liberamente e spontaneamente. Ognuno fa ciò che deve essere fatto per il benessere dell’intera nazione e non per il proprio senso di appartenenza a un gruppo o a un’associazione.

piero.formica@gmail.com