Officine San Carlo, a Napoli Est la fabbrica urbana della creatività

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in foto Vigliena (ph Francesco Squeglia)

Una fabbrica urbana della creatività affacciata sul mare del porto industriale di Vigliena: è Officine San Carlo, il polo formativo e produttivo del Massimo partenopeo che sorge nel distretto di Napoli Est. La nuova sperimentazione del Teatro di San Carlo, resa possibile grazie al progetto ‘La fabbrica urbana della creatività: il San Carlo a Vigliena’ nasce dalla riconversione degli stabilimenti ex Cirio nella zona industriale di San Giovanni a Teduccio. Il progetto è frutto dell’accordo del 2007 tra Autorità portuale, Demanio, Comune di Napoli e Regione Campania che ha conferito la gestione dell’opificio al Teatro per destinarvi un luogo più idoneo ad accogliere i laboratori di Scenografia e Falegnameria. L’intento del San Carlo è promuovere la realizzazione di un polo della creatività che veda coinvolte varie entità della zona, generando uno scambio proficuo e nuove ricadute nel territorio, dando vita a un luogo aperto alle associazioni di musica, di teatro e del terzo settore capace di coltivare percorsi multidisciplinari.
“La rete e la connessione con il territorio sono le prerogative di questo progetto che prevede partecipazione e inclusione sociale al fine di realizzare un’efficace azione di discontinuità e combattere la povertà educativa attraverso gli strumenti offerti dall’arte – ha sottolineato il sovrintendente del Teatro San Carlo Stéphane Lissner – È per questo che il Teatro di San Carlo intende attivare una rete di partnership sul territorio, in grado di amplificare e ramificare la portata del progetto Vigliena”. “Un progetto singolare che unisce l’istituzione culturale più importante della nostra città con le nostre periferie all’insegna della rigenerazione urbana basata sulla creatività in cui credo moltissimo – ha sottolineato il sindaco e presidente della Fondazione San Carlo, Gaetano Manfredi – Un segnale concreto del lavoro che stiamo facendo e che vogliamo fortemente potenziare per utilizzare la cultura come grande strumento di trasformazione urbana, di riscatto scale e di riequilibrio della nostra città”.