Ombre russe sulle elezioni a Malta, MI6 e Cia avvertono Muscat

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Bruxelles, 24 mag. (AdnKronos) – L’ombra di Mosca si allunga su Malta, il più piccolo Stato dell’Ue, al centro del Mediterraneo, che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue. Nell’arcipelago tra la Libia e la Sicilia si terranno le elezioni legislative sabato 3 giugno, che vedranno il Partito Laburista (Partit Laburista) al governo, guidato dal primo ministro Joseph Muscat, sfidato da Simon Busuttil del Partito Nazionalista (Partit Nazzjonalista), con altri quattro candidati minori. 

Secondo un report pubblicato dal sito specializzato Intelligence Online, la Cia e l’MI6 sarebbero “preoccupate” per il rischio di interferenze russe nel processo elettorale a Malta. I sospetti di interferenze da parte del Cremlino nascono da uno scandalo riportato ampiamente dalla stampa maltese.  

La moglie del primo ministro, Michelle Muscat, e il suo capo di gabinetto, Keith Schembri, s
ono stati accusati di malversazioni finanziarie, dato che Schembri deterrebbe quote in una compagnia delle Isole Vergini Britanniche, la Egrant Inc, che si trova tra le compagnie offshore incluse nei Panama Papers. La compagnia, secondo quanto riportato dalla stampa, avrebbe ricevuto fondi dalla famiglia del presidente azero, Ilham Aliyev. I Muscat hanno negato le accuse.

Durante una conferenza stampa alla Valletta Muscat ha spiegato di “non aver commentato” sulla vicenda finora “perché si tratta di una materia che riguarda i servizi di sicurezza. Questa informazione ci è stata trasmessa da servizi segreti alleati: visto che ormai queste informazioni sono di pubblico dominio, ora vorrei commentare. Sì – ha confermato – siamo stati informati da servizi di sicurezza alleati che questa storia è stata creata ad arte dopo che il governo maltese ha rifiutato di rifornire di carburante navi da guerra russe in rotta verso la Siria”. 

“Non abbiamo ancora prove che la persona dietro la storia -ha continuato Muscat – sia legata ai servizi di sicurezza russi. La storia non è stata divulgata dai servizi segreti maltesi, ma siamo stati informati da servizi alleati. Si menzionano i servizi di sicurezza di due Paesi alleati: siamo stati avvertiti che alcuni individui potrebbero aver avuto dispiaceri dalla presidenza maltese (del Consiglio Ue, ndr), che ha accelerato i lavori sulla liberalizzazione dei visti per l’Ucraina e che ci sarebbe stato un qualche tipo di vendetta”.

La ‘Russian connection’ viene dalla fonte di queste accuse, una contabile russa, di nome Maria, che lavora a Malta per una società che fa capo ad un altro cittadino russo, Alex Zavlasvky. Alla cittadina russa è stato ritirato il passaporto dalle autorità maltesi, cosa per cui l’ambasciata ha protestato. Il ministero degli Esteri russo, contattato dall’Adnkronos, non ha risposto alla richiesta di un commento.

Malta ha fatto parte del Movimento dei Paesi non allineati ed è neutrale dal 1980, l’anno dopo che l’allora primo ministro Dom Mintoff, storico leader del Partito Laburista, riuscì a chiudere le basi militari inglesi. La lotta per la neutralità di Malta portata avanti da Dom Mintoff trovò una sponda preziosa in Aldo Moro, che lo aiutò a trovare un accordo con la Gran Bretagna per la chiusura delle basi (Londra conserva importanti aree ad uso militare a Cipro, altra ex colonia britannica nel Mediterraneo). 

La nota verbale con cui l’Italia accettava la neutralità maltese, ha ricordato l’ex ministro degli Esteri maltese Alex Sceberras Trigona sul Times of Malta nel trentennale della neutralità, risale all’8 settembre 1980, quando presidente del Consiglio era Francesco Cossiga.  Quell’intesa, spiegava il ministro, ha posto in soffitta gli storici motivi di tensione tra La Valletta e Roma, cioè la presenza delle basi britanniche e l’irredentismo. La neutralità di Malta è garantita dalla Costituzione dell’arcipelago, ma il primo ministro maltese Muscat, secondo Intelligence Online, è considerato come favorevole al campo Nato-Ue.