Operazione San Gennaro, Ghini porta a teatro il capolavoro di Risi

di Maridì Vicedomini

Grande attesa per il debutto nazionale di “Operazione San Gennaro”, un nuovo progetto teatrale, in scena
dal 14 marzo al Teatro Diana di Napoli nato da una partnerhip tra la Best Live ed il Teatro Diana che
vede l’attore Massimo Ghini in veste di protagonista, regista e sceneggiatore affiancato da Stefano Reali,
con la supervisione al testo di Luca Manfredi. “ Ho accettato con molto entusiasmo la proposta di
Alessandro Siani (Best Live) di abbracciare questa mission “ ha detto Ghini, “perchè “Operazione San
Gennaro” è un “gioco” che mi ha travolto fin da ragazzo; mi divertiva molto vedere Nino Manfredi
“Ciociaro doc” accerchiato da una folla di personaggi stranieri, perchè in realtà nel film di Risi i
napoletani sono solo quattro; io e Siani, da subito abbiamo ragionato sulle stesse corde, quelle di mettere
in scena non una storia di napoletani, ma una storia ambientata a Napoli. Del resto il regista dell’omonimo
film, Dino Risi, giocava sugli stereotipi e voleva riportare “I Soliti Ignoti” a Napoli, rappresentando
un’improbabile rapina organizzata da improbabili banditi americani insieme a degli improbabilissimi
banditi napoletani andando quindi a costruire una narrazione con dei contenuti originali e divertenti. Ma
ciò che io e Siani, abbiamo cercato di mettere in luce, rispetto al lavoro di Risi, ha continuato Ghini, “ è la
forte motivazione che era alla base del progetto macchinoso di Dudù, il protagonista, assolutamente
innovativa per gli anni “60: quella di fare il “colpaccio” aspettando il segnale di San Gennaro, per poter
costruire abitazioni decorose per la gente di Napoli, spesso costretta a vivere senza la luce del sole tra
vicoli stretti e privi di aria; questo movente “nobile” scevro da qualunque populismo ed etichettatura
politica, nella pellicola di Risi, viene offuscato soprattutto dal dialogo tra Dudù e Totò, quando il primo
dice all’altro: “ Io nel giardino desidero costruirvi una statua a figura intera e Totò gli risponde : “Basta
anche un mezzo busto”. La commedia, pur non essendo un musical è pervasa di canzoni, riprese dalla
colonna sonora del film scritta dal grande maestro Armando Trovajoli, nel tentativo di tradurre i
monologhi in canzoni perchè la canzone stessa rappresenta un connotato essenziale della cultura
partenopea. Anche per la scena finale, “ha concluso Ghini, “non ho voluto rispettare il copione del film,
in quanto non è ambientata all’ aereoporto di Capodichino, ma su una terrazza dove tutti i conti tornano,
allontanandomi da una sorta di realismo, per inseguire la filosofia del “teatro nel teatro”. Molto ricco il
cast; Nunzia Schiano, Domenico Aria, Mirko Ciccariello, Stefania De Francesco, Carlo Di maio, Antonio
Fiorillo, Valentina Gullace, Ernesto Lama, Ernesto Maxieux, Giampiero Mancini, Iolanda Salvato. La
scenografia è di Roberto Crea mentre le coreografie sono di Naike Orilio ed i costumi di Silvia Frattolillo,
mentre Eles Couture ha contribuito alla realizzazione degli abiti di scena al femminile.