Oroitaly: Così nasce a Napoli il polo delle eccellenze campane

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“Istituiamo al Borgo Orefici un Polo campano delle eccellenze artigiane”. La proposta è di Oroitaly. A parlare è il segretario generale dell’organizzazione, Gianni Lepre. L’idea di Oroitaly, che raggruppa circa 160 imprese orafe italiane, è di far confluire in un unico organismo coordinatore competenze e attività di promozione di iniziative, incluse le pratiche di accesso alle agevolazioni previste per il settore. “Dobbiamo superare uno dei problemi storici per le realtà dell’artigianato. La piccola dimensione non inficia assolutamente la qualità dei prodotti, che anzi è spesso elevatissima, ma impedisce di avere una struttura adeguata per utilizzare le opportunità sia del mercato interno che, ancor più, di quello internazionale. Il Polo campano delle eccellenze artigiane, insediato nel quartiere storico dell’oreficeria napoletana, supererà questo handicap”, si legge in una nota. Il progetto di Oroitaly cammina di pari passo con la proposta regionale presentata dal consigliere Gennaro Oliviero, finalizzata ad assicurare un sostegno allo sviluppo della filiera artigiana. “È molto positivo – dichiara il Presidente di Oroitaly, Generoso De Sieno – che la Regione Campania stia per imprimere una svolta a un settore che costituisce il fiore all’occhiello delle attività produttive del territorio. Il nostro progetto fornirà in questo senso ulteriore valore aggiunto. Oltre a dare impulso alla filiera, contribuirà alla creazione di nuovi posti di lavoro attraverso gli strumenti articolati dell’apprendistato e delle botteghe scuola”. “Stiamo operando attivamente anche con gli istituti di credito”, dichiara il consigliere Antonio Scapolatello. “Abbiamo riscontrato da parte di diverse banche un notevole interesse verso l’artigianato d’eccellenza. Ci sono dunque tutte le condizioni per realizzare un polo che includa l’intero settore dell’artigianato artistico e d’eccellenza: dal tessile alla ceramica, dalla lavorazione dei gioielli a quella delle pelli e del cuoio, fino al comparto sartoriale e a quello della falegnameria”.