Oscilla ponte di 30 tonnellate
Strit, a Napoli test unico al mondo

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A differenza degli Stati Uniti e a maggior ragione della Cina, dove i ponti sono tutti di nuova e nuovissima generazione, nella vecchia Europa e in particolare in Italia bisogna fare A differenza degli Stati Uniti e a maggior ragione della Cina, dove i ponti sono tutti di nuova e nuovissima generazione, nella vecchia Europa e in particolare in Italia bisogna fare i conti con infrastrutture datate, molte delle quali oggi sarebbero fuorilegge. A partire dalle norme antisismiche. Ricostruirle tutte, ovviamente, non si può. E allora che fare? “Testarle per capire il reale grado di affidabilità, inquadrare i punti precisi su cui intervenire e individuare in anticipo i materiali migliori per la messa in sicurezza”, spiega Andrea Prota, docente di tecnica delle costruzioni presso il Dipartimento per l’ingegneria e l’Architettura della Federico II (Dist). Ma come è possibile eseguire dei test antisismici su ponti già esistenti? Ecco, il progetto Strit supera l’ostacolo grazie a tecnologie e sistemi che fanno della ricerca partenopea un punto di riferimento internazionale nella gestione e mitigazione dei rischi. Unico al mondo, è stato effettuato in questi giorni a Napoli presso i laboratori del Dist, il Dipartimento per l’ingegneria e l’Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II un esperimento su tavole vibranti per testare la resistenza al sisma dei ponti e, in particolare, di ponti anche datati. “D’intesa con l’Anas – afferma Prota – abbiamo ecuperato progetti di ponti degli ultimi trenta-quaranta anni e abbiamo abbiamo ricostruito e rimodellato strutture dell’epoca. Per otteenre risultati attendibili abbiamo utilizzato un calcestruzzo di classe bassa e ferri con barre lisce come si mettevano negli anni ’70 e che oggi sarebbero fuorilegge”. In particolare è stato fatto oscillare un ponte di luce di circa 7,50 metri e del peso di circa 30 tonnellate. L’attività rientra nell’ambito del progetto Strit (Strumenti e Tecnologie per la gestione del Rischio delle Infrastrutture di Trasporto) che affronta la valutazione e la gestione dei rischi delle grandi infrastrutture e sviluppa metodi e tecnologie avanzate per la mitigazione e gestione dello stesso. Il progetto è condotto da un partenariato nazionale e coordinato dal Distretto ad alta Tecnologia per le Costruzioni Sostenibili, Stress, e scientificamente dal Dist. “Il cuore dell’attività sperimentale, per imponenza ed innovazione, è senza alcun dubbio costituito dalle prove su tavola vibrante di strutture da ponte in grande scala, a travata continua e pile singole, con diverse condizioni di applicazioni di moto asincrono, e bi-direzionale, alla base che STRESS ed UNINA stanno sviluppando”, aggiunge il numero uno di Stress Ennio Rubino. “Raramente tali prove sono state effettuate su tavola vibrante, sia a causa delle notevoli dimensioni (grosse masse coinvolte) sia a causa della particolare conformazione multi-point della struttura testata. Grazie al progetto Strit è stato possibile superare tali problematiche e per sperimentare e dimostrare sul campo i metodi e le tecnologie sviluppate, i diversi partner di progetto stanno sviluppando interventi dimostratori integrati su sistemi infrastrutturali reali e prove su modelli in scala di strutture e sotto-strutture utilizzando tecniche e tecnologie avanzate”, ha concluso il Presidente del Distretto ad Alta Tecnologia per le Costruzioni Sostenibili, Ennio Rubino. Le prove hanno lo scopo di riprodurre in laboratorio (e quindi in condizioni controllate) il comportamento dinamico dei ponti in cemento armato, nonché di parti di esse. L’utilizzo di tavole vibranti asincrone e bidirezionali, rende queste prove uniche nel loro genere. Si tratta delle prime prove al mondo in cui si sperimentano tecniche di riduzione della vulnerabilità di ponti esistenti in cemento armato con calcestruzzo di resistenza ridotta a causa del degrado e barre lisce di armatura