Ospedalità privata accreditata, intesa tra Regione e associazioni

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Le case di cura con meno di 40 posti letto potranno richiedere la riconversione di letti finalizzata a trasformarsi in strutture monospecialistiche. È questo uno dei punti chiave dell’accordo siglato da Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania e commissario ad acta alla Sanità, Sergio Crispino, presidente di Associazione Italiana Ospedalità Privata della Campania e Vincenzo Schiavone, presidente del Raggruppamento Sanità di Confindustria Campania. Al centro dell’intesa, l’esigenza di assicurare una idonea risposta al bisogno di prestazioni ospedaliere, attraverso il completamento del processo istituzionale di accreditamenti, e la necessità di recuperare la mobilità passiva per evitare riduzioni dell’ammontare del finanziamento annuale assegnato dallo Stato. Tra le altre disposizioni, le case di cura con posti letto in numero inferiore a 60, ma già autorizzate per 60 o più, potranno incrementare i letti fino a 60, secondo criteri che verranno fissati dalla normativa regionale, entro il limite complessivo riportato nella proposta di piano ospedaliero trasmesso al Ministero. Le strutture dotate di un numero di posti letto inferiore a 40, non monospecialistiche, nelle more dell’adozione di ulteriori provvedimenti, continueranno ad operare assicurando il rispetto del principio di aggregazione per area medica o chirurgica.


“Geografia della salute”, emergono da un rapporto Istat la mappa della dotazione del personale sanitario e quella del finanziamento al Sistema sanitario regionale. Il confronto tra il netto gradiente territoriale nord-sud nella distribuzione del finanziamento tra le Regioni e la geografia della salute mette in luce lo squilibrio tra i bisogni potenziali di assistenza sanitaria e i criteri allocativi delle risorse adottati. Nelle regioni del Sud la quota pro capite di finanziamento non raggiunge i 1.900 euro, con il minimo di 1.755 in Campania, mentre in altre aree del Paese supera i duemila euro.


Nasce a Napoli il Centro polispecialistico per le persone affette da sindrome di Marfan, inaugurato due giorni fa alla Clinica Mediterranea, struttura ospedaliera accreditata con alta specialità per il cuore. Il nuovo centro, diretto da Luigi Chiariello e coordinato da Susanna Grego, punta a una presa un carico globale del paziente, rivolta alla persona oltre che alla patologia. Sarà garantita infatti assistenza non solo nelle situazioni patologiche, ma anche in alcune condizioni fisiologiche, come ad esempio la gravidanza. La sindrome di Marfan è una malattia ereditaria rara del tessuto connettivo, che affligge attualmente in Italia circa 12.000- 20.000 persone, coinvolge principalmente il cuore e i vasi sanguigni, i legamenti e il sistema scheletrico, gli occhi e i polmoni. Sarà inoltre possibile eseguire tecniche di diagnosi pre-impianto ed eterologhe sia maschili che femminili grazie alla collaborazione con la Tecnobios, Centro fecondazione assistita di Apollosa, in provincia di Benevento.