Padoan, economia italiana non solo in ripresa ma migliorata

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In Italia “ormai c’è evidenza empirica che l’economia non solo è in ripresa ma è di migliore qualità, è aumentata l’intensità del lavoro, sono aumentati i contratti a tempo indeterminato che migliorano fiducia lavoratori”: lo ha detto il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan parlando alla commissione Lavoro del Parlamento Ue.

    Padoan ha spiegato che è conseguenza della strategia del Governo che, con il Jobs Act, “ha cambiato in misura radicale il mercato del lavoro con incentivi ad assunzioni a tempo indeterminato, in un contesto in cui continua il consolidamento di bilancio, il deficit diminuisce e il debito scende a partire dal 2016 dopo molti anni di aumento”.

    “Nel caso italiano è importante insistere con l’agenda di riforme che, ci dice l’evidenza, hanno effetti migliori in un contesto macroeconomico orientato alla crescita”, ha aggiunto il ministro.
   

Per affrontare le conseguenze di una crisi finanziaria che “ha lasciato in eredità un tasso di disoccupazione che dal 7% passa all’11% nel 2013, con 9 milioni di disoccupati in più”, e il rischio di “emarginazione sociale che aumenta”, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan propone di dare vita ad una assicurazione comune contro la disoccupazione. Padoan ha spiegato che “si tratta di uno strumento di condivisione del rischio contro la disoccupazione di dimensione europea”. Nell’unione monetaria “è uno strumento che rende meno costoso l’aggiustamento”, perché laddove non c’è tasso di cambio, “l’aggiustamento avviene con la compressione del mercato del lavoro, e la pressione che avviene in un singolo Paese può essere molto forte”. Per questo è proprio in un’Unione monetaria che “c’è più bisogno di un meccanismo che faciliti l’aggiustamento ‘dolce’ del mercato del lavoro di fronte a shock ciclici”.

    L’idea, spiega Padoan, non è nuova, risale agli anni ’70, ma oggi “è più attuale che mai”. In sintesi si propone di creare un sussidio comune di disoccupazione, da usare come ‘scudo’ per proteggere quei lavoratori che restano senza posto dopo uno shock economico che colpisce il proprio Paese. “Le risorse potrebbero essere devolute da fondi nazionali di assicurazione sociale o da bilanci statali”, precisa il ministro. Ma perché funzioni, bisogna evitare il ‘moral hazard’ e quindi trasferimenti permanenti. “La misura è di breve periodo, di natura temporanea, sarebbe controproducente se ci fosse un trasferimento permanente di risorse da un Paese all’altro”.
   

All’eurodeputata britannica Jane Collins, dell’Ukip, che aveva paragonato il sussidio anti-disoccupazione proposto da Padoan con quello del Governo britannico che “chiedeva l’elemosina a Bruxelles” per le sue acciaierie, Padoan il ministro risponde secco: “L’Italia non chiede l’elemosina”.  

In Italia “ormai c’è evidenza empirica che l’economia non solo è in ripresa ma è di migliore qualità, è aumentata l’intensità del lavoro, sono aumentati i contratti a tempo indeterminato che migliorano fiducia lavoratori”: lo ha detto il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan parlando alla commissione Lavoro del Parlamento Ue.

    Padoan ha spiegato che è conseguenza della strategia del Governo che, con il Jobs Act, “ha cambiato in misura radicale il mercato del lavoro con incentivi ad assunzioni a tempo indeterminato, in un contesto in cui continua il consolidamento di bilancio, il deficit diminuisce e il debito scende a partire dal 2016 dopo molti anni di aumento”.

    “Nel caso italiano è importante insistere con l’agenda di riforme che, ci dice l’evidenza, hanno effetti migliori in un contesto macroeconomico orientato alla crescita”, ha aggiunto il ministro.
   

Per affrontare le conseguenze di una crisi finanziaria che “ha lasciato in eredità un tasso di disoccupazione che dal 7% passa all’11% nel 2013, con 9 milioni di disoccupati in più”, e il rischio di “emarginazione sociale che aumenta”, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan propone di dare vita ad una assicurazione comune contro la disoccupazione. Padoan ha spiegato che “si tratta di uno strumento di condivisione del rischio contro la disoccupazione di dimensione europea”. Nell’unione monetaria “è uno strumento che rende meno costoso l’aggiustamento”, perché laddove non c’è tasso di cambio, “l’aggiustamento avviene con la compressione del mercato del lavoro, e la pressione che avviene in un singolo Paese può essere molto forte”. Per questo è proprio in un’Unione monetaria che “c’è più bisogno di un meccanismo che faciliti l’aggiustamento ‘dolce’ del mercato del lavoro di fronte a shock ciclici”.

    L’idea, spiega Padoan, non è nuova, risale agli anni ’70, ma oggi “è più attuale che mai”. In sintesi si propone di creare un sussidio comune di disoccupazione, da usare come ‘scudo’ per proteggere quei lavoratori che restano senza posto dopo uno shock economico che colpisce il proprio Paese. “Le risorse potrebbero essere devolute da fondi nazionali di assicurazione sociale o da bilanci statali”, precisa il ministro. Ma perché funzioni, bisogna evitare il ‘moral hazard’ e quindi trasferimenti permanenti. “La misura è di breve periodo, di natura temporanea, sarebbe controproducente se ci fosse un trasferimento permanente di risorse da un Paese all’altro”.
   

All’eurodeputata britannica Jane Collins, dell’Ukip, che aveva paragonato il sussidio anti-disoccupazione proposto da Padoan con quello del Governo britannico che “chiedeva l’elemosina a Bruxelles” per le sue acciaierie, Padoan il ministro risponde secco: “L’Italia non chiede l’elemosina”.