Pane fresco napoletano Bollini anti-abusivi

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Tutelare lavoratori del settore e consumatori e garantire un prodotto fresco e controllato. In un momento in cui dilaga la psicosi della Terra dei fuochi e la cronaca racconta di numerosi casi di forni abusivi, l’Associazione provinciale libera panificatori napoletani Tutelare lavoratori del settore e consumatori e garantire un prodotto fresco e controllato. In un momento in cui dilaga la psicosi della Terra dei fuochi e la cronaca racconta di numerosi casi di forni abusivi, l’Associazione provinciale libera panificatori napoletani scende in campo registrando il marchio “Pane fresco napoletano”. Un bollino per riconoscere le eccellenze, che potrà essere esposto da coloro che rispetteranno un decalogo stilato da alcuni iscritti all’associazione, in collaborazione con Vincenzo Peretti, docente di Zootecnica generale e miglioramento genetico all’università Federico II di Napoli e coordinatore del progetto. Tutelata l’intera filiera –È di ieri la notizia della chiusura di altri 17 forni non a norma – ricorda Peretti – con questo marchio garantiamo innanzitutto che il processo di lavorazione non sia stato interrotto e che non si tratti di prodotti semilavorati, preparati magari all’estero e surgelati”. Una commissione tecnica assicurerà il rispetto delle norme, tra cui c’è anche il controllo del pane dalla lavorazione alla cottura in forno, oltre alla certificazione degli ingredienti e all’utilizzo di lievito naturale fresco o di birra fresco e prodotto in Italia. Altri punti fondamentali sono la garanzia delle norme igienico-sanitarie dei locali e la raccolta differenziata per separare l’umido dagli altri scarti. Non potranno fregiarsi del marchio coloro che lavorano abusivamente, senza partite Iva, registri contabili e che si servono di lavoratori in nero. “Non vogliamo tutelare un prodotto tipico in particolare – sottolinea Peretti – ma l’intera filiera, provando anche a riattivare un’economia in forte contrazione“. Il presidente dell’associazione, Giuseppe Baino, rimarca l’importanza di un progetto partito due fa e della registrazione di un marchio che “adotta criteri ancora piu’ stringenti rispetto la legge regionale