Parole dell’innovazione, l’indice della felicità

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Scuola positiva
Il “Global Happiness Council”, un gruppo internazionale di esperti indipendenti, annualmente pubblica il rapporto sulla felicità nel mondo (“Global Happiness Report). Mentre il termometro del PIL si muove in sintonia con l’intensità e la direzione dei flussi dei beni e servizi, l’indice della felicità sale e scende con l’importanza attribuita alle relazioni, alla gentilezza verso gli altri e all’aiuto reciproco. Affezionati solo a se stessi, non cercando l’amicizia ma il profitto, l’asticella della felicità volge verso il basso.
Alla felicità, affermano quegli esperti, molto contribuisce l’educazione positiva. Con ciò intendendo una gamma di programmi educativi che addestrano i bambini delle scuole primarie e gli studenti delle secondarie ad impegnarsi in una serie di attività. Gli interventi riguardano il ricordare ciò che è andato bene oggi, lo scrivere lettere di ringraziamento, l’imparare a rispondere in modo costruttivo, l’identificare e lo sviluppare i punti di forza del proprio carattere. Queste attività s’inquadrano nella formazione indirizzata alla meditazione, alla consapevolezza, all’empatia, all’affrontare le emozioni, al processo decisionale, alla risoluzione dei problemi, e al pensiero critico.
Investendo oggi in scuole e in docenti ‘positivi’, domani si potrà fare affidamento su cittadini impegnati nello sviluppo delle relazioni familiari, di prossimità (così arricchendo la dote delle strade sociali ereditata dalle generazioni passate) e con le istituzioni pubbliche. Diceva Seneca che “gli uomini confondono la felicità con i mezzi per raggiungerla”. La crescita economica è solo uno strumento il cui buon uso dipende dall’innovazione sociale il cui nome è “scuola positiva”, quella che trasmette ottimismo, fiducia e un senso di speranza per il futuro.

piero.formica@gmail.com