Città connesse
Il libro della storia racconta di città attraversate da correnti che generano connettività e, quindi, relazioni tra loro. Gli incontri tra città sono forieri di comunanza tra popoli di culture differenti.
Nel corso di due secoli Sydney è diventata sempre più un magnete per le migrazioni e la circolazione dei talenti. Con oltre 200 lingue parlate dai suoi abitanti multietnici, la città sta spostando la sua narrazione economica verso la regione Asia-Pacifico e l’interdipendenza dei suoi abitanti con le loro culture, creatività e connessioni collaborative.
L’interazione culturale è il punto di forza degli industriali e scienziati di Bangalore. Talenti arrivano e partono dalla capitale dello stato di Karnataka, tra i maggiori centri mondiali di snodo per l’industria delle tecnologie dell’informazione.
A Tel Aviv, principale centro economico di Israele e riconosciuta comunità internazionale di startup innovative, il mondo di pensare è rinascimentale. L’intersezione di idee artistiche, scientifiche e commerciali si traduce in un processo creativo innescato dal fenomeno sociale che Frans Johansson ha definito “effetto Medici” (Effetto Medici. Innovare all’intersezione tra idee, concetti e culture, ETAS, 2006), rivisitando la forza trainante dell’innovazione trasversale attribuita ai Medici. A Tel Aviv, quell’effetto produce programmi di ricerca transdisciplinare che mirano a creare start-up globali.
A Milano, dall’auto-imprenditorialità all’economia solidale della condivisione, i residenti hanno riscoperto il piacere di vivere insieme e far parte di una comunità che prima si era persa. Questa è stata una risposta alle trasformazioni, a livello globale, delle modalità di produzione del lavoro (il boom del lavoro freelance che ha innescato lo sviluppo di nuovi poli di aggregazione, come gli spazi di collaborazione). Anche il mondo accademico ha contribuito alla rinascita imprenditoriale. PoliHub, l’incubatore di start-up del Politecnico, si è piazzato al quinto posto nella classifica dei migliori incubatori universitari del mondo.
Stoccolma è una città che trae vitalità da valori intangibili quali il flusso di conoscenza che s’incrocia con la mobilità internazionale del capitale intellettuale. Quest’ultimo contribuisce per il 72,5% alla formazione del PIL svedese, più che negli Stati Uniti (70,3%) e nell’Unione Europea (51,6%), e molto al di sopra della media mondiale (45%)
La collazione geografica di Bournemouth, località balneare del Dorset, sulla costa meridionale dell’Inghilterra, è un fattore d’attrazione di una giovane popolazione imprenditoriale cosmopolita alla ricerca di un modo più coinvolgente di vivere la vita in termini sia di business che di tempo libero.
A Dublino, la presenza di laboratori internazionali di ricerca, quali quelli di Intel, e dei campioni mondiali del digitale attrae da tutto il mondo aspiranti imprenditori. Vi contribuiscono anche le università con la loro marcata impronta transdisciplinare all’origine di un circolo virtuoso tra scienze fisiche, umanistiche e imprenditorialità innovativa. Scoperte, invenzioni e innovazioni sono fiorite in contesti ibridi come il College di St Patrick dove un filo invisibile ha legato insieme teologia, filosofia, arte e scienza. È lì che Padre Nicholas Joseph Callan (1799-1864), professore di filosofia naturale, dimostrò la trasmissione e la ricezione di energia elettrica senza fili con un dispositivo che oggi è conosciuto come trasformatore elettrico. Il professor Callan è noto per la sua ricerca sulla bobina di induzione e per aver realizzato la più grande batteria elettrica del suo tempo. Il lavoro di Callan ha contribuito alla fertilità dell’imprenditorialità innovativa nel corso della rivoluzione industriale. Un lascito che l’Università di Maynooth ha rinnovato arricchendolo di nuovi contenuti.