Pasquale Angelosanto a capo del Ros. Nel ’92 arrestò Alfieri

931

Nel 1992 uno dei colpi più importanti della sua carriera, la cattura del super latitante Carmine Alfieri, all’epoca considerato il capo della camorra napoletana. Angelosanto, 58 anni e originario del frusinate, in quel periodo è alla guida del nucleo operativo del gruppo Napoli II e proviene da Santo Stefano di Camastra, in provincia di Messina, dove già si è messo in evidenza per le sue doti investigative. Dalla cattura di Alfieri in poi è un crescendo di riconoscimenti e successi per questo generale di brigata con lauree in Giurisprudenza e Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna e l’abilitazione alla professione di avvocato. Il Ros, di cui è il nuovo comandante, è il copro d’elite dei Carabinieri. Angelosanto, si è distinto anche nella lotta al terrorismo e all’eversione seguendo le indagini sugli omicidi del professor Massimo d’Antona e del professor Marco Biagi, uccisi dalle Brigate Rosse. Ha contribuito anche a svelare le trame sulle attività illecite della ‘ndrina Ruga – Gallace – Novella che operava nel litorale romano fra Anzio e Nettuno (Roma). Dal 2002 al 2007 è stato direttore del Raggruppamento operativo centrale del Sisde (ora Aisi). Quindi è stato comandante provinciale di Reggio Calabria dove ha messo a segno con i suoi uomini numerose operazioni che hanno portato a centinaia di arresti di uomini della ‘ndrangheta. Il generale è stato anche comandante del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche (Racis) che si è occupato di alcuni dei casi giudiziari più controversi degli ultimi anni. Al comando del Ros prende il posto di Giuseppe Governale, chiamato invece a dirigere la Dia, Direzione investigativa Antimafia.