Pedopornografia: con Fbi scoperta rete

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(ANSA) – GENOVA, 12 APR – Un 21enne genovese è ritenuto dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Liguria il capo di una rete tutta italiana di scambio di materiale pedopornografico. Dodici persone, cittadini italiani residenti tra le provincie di Milano, Como, Torino, Padova, Verona, Brescia, Palermo, Piacenza, Campobasso e Cagliari, sono state denunciate. La rete è stata scoperta al termine di un’operazione internazionale di contrasto alla pornografia minorile online coordinata dalla polizia. L’indagine si è svolta anche in base a informazioni ottenute dall’Fbi. Grazie a loro è stata individuata una casella di posta elettronica che faceva capo al giovane genovese, utilizzatore di un account che aveva chiamato “cucciol@”. L’età delle persone coinvolte, fra cui ci sono professionisti, studenti ed operai, va dai 20 ai 70 anni. Nelle case degli indagati sequestrato numeroso materiale pedopornografico, computer e smartphone. Scoperte anche chat erotiche fra minori create dagli indagati sotto falso nome spacciandosi per coetanei.
   

(ANSA) – GENOVA, 12 APR – Un 21enne genovese è ritenuto dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Liguria il capo di una rete tutta italiana di scambio di materiale pedopornografico. Dodici persone, cittadini italiani residenti tra le provincie di Milano, Como, Torino, Padova, Verona, Brescia, Palermo, Piacenza, Campobasso e Cagliari, sono state denunciate. La rete è stata scoperta al termine di un’operazione internazionale di contrasto alla pornografia minorile online coordinata dalla polizia. L’indagine si è svolta anche in base a informazioni ottenute dall’Fbi. Grazie a loro è stata individuata una casella di posta elettronica che faceva capo al giovane genovese, utilizzatore di un account che aveva chiamato “cucciol@”. L’età delle persone coinvolte, fra cui ci sono professionisti, studenti ed operai, va dai 20 ai 70 anni. Nelle case degli indagati sequestrato numeroso materiale pedopornografico, computer e smartphone. Scoperte anche chat erotiche fra minori create dagli indagati sotto falso nome spacciandosi per coetanei.