Roma, 30 ott. (Labitalia) – “Da quanto abbiamo letto, sembra tramontata l’assurda proposta di legge sul cosiddetto ricalcolo delle pensioni medio-alte, per lasciare il posto all’ennesima ipotesi di ‘contributo di solidarietà’ a scapito delle solite categorie di pensionati. Una formula apparentemente più sobria di quella all’esame della commissione Lavoro della Camera e pomposamente definita come ‘Disposizioni per favorire l’equità del sistema previdenziale’, ma non per questo meno ingiusta, visto che sono anni che la nostra categoria versa contributi di solidarietà senza che si riesca a dare una risposta organica e strutturale ai problemi che li hanno motivati”. Così Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida, la Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità, nel corso del convegno ‘Non per equità ma per cassa’, promosso dalla Confederazione a Roma, sulle disposizioni in materia di pensioni d’oro messe in campo dal governo.
Per Ambrogioni, “smantellato così il ‘castello’ dell’equità, resta la cassa: ossia la strada più facile, per il legislatore, per reperire le risorse necessarie a sostenere l’azione di governo”. “E la fonte è sempre la stessa: i redditi da pensione. Contribuenti palesi, in elenchi disponibili nell’anagrafe tributaria o nelle banche dati dell’Inps”, avverte.
“Quello che trapela in merito alla nuova versione del ‘contributo di solidarietà, con la possibilità che possa essere addirittura applicato all’intero ammontare del reddito da pensione, anziché sulla quota eccedente i 90mila euro lordi annui, già di per sé grave, fa rabbrividire: saremmo di fronte -attacca ancora Ambrogioni- a un vero e proprio esproprio o meglio ancora a uno scippo”.
“Un prelievo -continua Ambrogioni- che resterebbe in vigore addirittura per cinque anni e che potrebbe essere accompagnato da un ulteriore blocco, totale o parziale, della rivalutazione delle pensioni all’inflazione. un altro meccanismo, iniquo e punitivo, di cui siamo stati ripetutamente vittime. Ho finora volutamente evitato il termine ‘pensioni d’oro’ e il motivo sta nel significato di cui questo termine è stato caricato e che giudichiamo insultante, manipolante, demagogico, socialmente divisivo”.
“Come dirigenti -dice ancora- stiamo subendo attacchi inaccettabili sotto vari profili, attacchi che, tra l’altro, costituiscono un errore strategico gravissimo, da parte di chi ha un ruolo istituzionale: delegittimando la dirigenza di un paese si delegittimano quelle figure e quei ruoli alto-professionali che nella incertezza generata dalle grandi trasformazioni in atto, hanno, più di altri, la grande responsabilità di guidare imprese e pubbliche amministrazioni verso i necessari cambiamenti economici e sociali”.
Per il presidente della Cida, “mai come ora c’è bisogno di classi dirigenti rispettate e riconosciute come tali per i valori che esprimono e le competenze di cui sono portatrici, per i risultati che hanno conseguito: noi di Cida rappresentiamo questa classe dirigente”. “Ed è per questo – aggiunge – che contrastiamo e contrasteremo con tutte le nostre forze quelle componenti politiche che stanno tentando di delegittimarci additandoci come una casta privilegiata, autoreferenziale, indifferente ai temi della solidarieta’ tra le generazioni”.
“Questo nostro incontro -spiega il presidente della Cida rivolgendosi ai manager presenti- è, al tempo stesso, un traguardo e una base di partenza. Un traguardo, perché ci attribuiamo il merito di aver contribuito a disinnescare gli effetti di una proposta di legge pensata male e scritta peggio, che avrebbe gravemente danneggiato i nostri pensionati, presenti e futuri, con una retroattività dagli evidentissimi profili di incostituzionalità e dato il via a una serie interminabile di ricorsi”.
“Una base di partenza, perché – sottolinea Ambrogioni – da oggi inizia una campagna di mobilitazione, cui chiamiamo tutti a contribuire, finalizzata a smantellare quello che viene descritto come un contributo di solidarietà che nasconde, invece, un prelievo forzoso su pensioni, strameritate ma ‘colpevoli’ di essere di importo medio-alto”.
“Da parte nostra, metteremo in campo tutte le energie di cui disponiamo per opporci a tale tentativo vessatorio: ancora una volta, ci appelliamo al governo e alle forze politiche perché si avvii un confronto serio, capace di superare l’attuale inaccettabile situazione. Come Cida, nel quadro di una forte e credibile azione unitaria, saremo a fianco di tutti i nostri associati in tutte le sedi competenti per tutelare e salvaguardare i nostri diritti, i nostri legittimi interessi, la nostra immagine sociale e professionale”, conclude.