Pensioni: con part time agevolato al 40% salario al 72%

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Il contratto di part time agevolato sarà molto vantaggioso per i lavoratori vicini alla pensione ma meno conveniente per le aziende che pagheranno una quota in più rispetto alle ore lavorate. Secondo i calcoli effettuati dai Consulenti del lavoro su classi di retribuzioni annue lorde che vanno dai 25.000 ai 43.000 euro un lavoratore che firma un contratto di part time agevolato al 40% delle ore (16 a settimana a fronte delle 40 dell’orario intero) avrà in busta paga il 72% della retribuzione mentre l’impresa avrà una riduzione del costo del lavoro del 49% (a fronte di una riduzione dell’orario del 60%).

Per un lavoratore che sigla un contratto al 50% la retribuzione in busta paga sarà del 78% (mentre l’impresa ha una riduzione del costo del lavoro del 41%) mentre per quel lavoratore che ha un contratto al 60% (24 ore su 40 alla settimana) la retribuzione in busta paga sarà dell’84% (per l’impresa la riduzione del costo del lavoro sarà del 33%). Ciò è possibile perchè il decreto prevede che il datore di lavoro paghi in busta paga esentasse la contribuzione per le ore non lavorate. E per il lavoratore non ci sarà alcuna penalizzazione poichè sul fronte dell’assegno pensionistico dato che per il periodo di part time agevolato è assicurata la contribuzione figurativa (nel limite per il 2016 di 60 milioni di spesa).
   

I Consulenti nella circolare appena pubblicata ricordano che l’agevolazione è riconosciuta ai lavoratori del settore privato con contratto a tempo pieno e indeterminato con almeno 20 anni di contribuzione già maturati al momento nel quale si esercita l’opzione e il requisito dell’età di vecchiaia da raggiungere entro il 2018. L’età pensionabile – scrivono – va raggiunta entro il dicembre 2018 ” mentre i 20 anni di anzianità contributiva devono essere posseduti al momento della stipula dell’accordo”. Sono invece esclusi dall’incentivo i lavoratori che maturano nel periodo solo i requisiti per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne) dato che nella norma c’è un riferimento esplicito ai requisiti per il pensionamento di vecchiaia. Quindi potranno chiedere al datore di lavoro di trasformare il proprio contratto in uno di part time agevolato solo quei lavoratori che raggiungeranno entro il 2018 i 66 anni e sette mesi e quindi in pratica chi a fine aprile 2016 avrà almeno 63 anni e 11 mesi.
    
   

Il contratto di part time agevolato sarà molto vantaggioso per i lavoratori vicini alla pensione ma meno conveniente per le aziende che pagheranno una quota in più rispetto alle ore lavorate. Secondo i calcoli effettuati dai Consulenti del lavoro su classi di retribuzioni annue lorde che vanno dai 25.000 ai 43.000 euro un lavoratore che firma un contratto di part time agevolato al 40% delle ore (16 a settimana a fronte delle 40 dell’orario intero) avrà in busta paga il 72% della retribuzione mentre l’impresa avrà una riduzione del costo del lavoro del 49% (a fronte di una riduzione dell’orario del 60%).

Per un lavoratore che sigla un contratto al 50% la retribuzione in busta paga sarà del 78% (mentre l’impresa ha una riduzione del costo del lavoro del 41%) mentre per quel lavoratore che ha un contratto al 60% (24 ore su 40 alla settimana) la retribuzione in busta paga sarà dell’84% (per l’impresa la riduzione del costo del lavoro sarà del 33%). Ciò è possibile perchè il decreto prevede che il datore di lavoro paghi in busta paga esentasse la contribuzione per le ore non lavorate. E per il lavoratore non ci sarà alcuna penalizzazione poichè sul fronte dell’assegno pensionistico dato che per il periodo di part time agevolato è assicurata la contribuzione figurativa (nel limite per il 2016 di 60 milioni di spesa).
   

I Consulenti nella circolare appena pubblicata ricordano che l’agevolazione è riconosciuta ai lavoratori del settore privato con contratto a tempo pieno e indeterminato con almeno 20 anni di contribuzione già maturati al momento nel quale si esercita l’opzione e il requisito dell’età di vecchiaia da raggiungere entro il 2018. L’età pensionabile – scrivono – va raggiunta entro il dicembre 2018 ” mentre i 20 anni di anzianità contributiva devono essere posseduti al momento della stipula dell’accordo”. Sono invece esclusi dall’incentivo i lavoratori che maturano nel periodo solo i requisiti per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne) dato che nella norma c’è un riferimento esplicito ai requisiti per il pensionamento di vecchiaia. Quindi potranno chiedere al datore di lavoro di trasformare il proprio contratto in uno di part time agevolato solo quei lavoratori che raggiungeranno entro il 2018 i 66 anni e sette mesi e quindi in pratica chi a fine aprile 2016 avrà almeno 63 anni e 11 mesi.