Cosa diceva e scriveva John Maynard Keynes al tempo della Grande Depressione? Nei suoi Essays in Persuasion, così si esprimeva: “Stiamo mancando le nostre opportunità, non riuscendo a trovare sbocco al
Cosa diceva e scriveva John Maynard Keynes al tempo della Grande Depressione? Nei suoi Essays in Persuasion, così si esprimeva: “Stiamo mancando le nostre opportunità, non riuscendo a trovare sbocco al grande aumento delle nostre capacità produttive e della nostra energia produttiva. Quindi non dobbiamo agire ancora più cautamente rispetto al passato, ma essere più coraggiosi. Attività, audacia e imprenditorialità, sia individualmente che collettivamente, devono essere la cura”. Che fare, oggi, negli anni della Grande Trasformazione? Dovremmo compiere esperimenti volendo far correre la nuova economia imprenditoriale lungo il sentiero dell’innovazione costellato di tante opportunità per fare impresa. La sperimentazione è la luce che non ci lascia al buio nel tunnel di una lunga crisi che comporta grandi trasformazioni nell’economia depressa. Ne era ben consapevole Franklin Delano Roosevelt. Il 22 maggio del 1932, parlando agli studenti della Oglethorpe University, disse: “Il paese ha bisogno e, a meno che non mi sbaglio circa il suo temperamento, il paese esige sperimentazioni audaci e persistenti. È cosa di buon senso scegliere un metodo e provarlo. Se fallisce, ammetterlo francamente e provarne un altro. Ma, soprattutto, provare qualcosa”. C’è da rendere agibile il campo di gara della sperimentazione in cui si confrontano due squadre: l’una impegnata ad agire sulle variazioni attese nella consolidata cultura dell’imprenditorialità e l’altra focalizzata sugli eventi imprevisti e imprevedibili il cui impatto è smisurato. Il primo team si affiderà alle esperienze passate per proiettarsi nel futuro. Continuare a fare ciò che si è sempre fatto, ma farlo meglio è la via scelta per far crescere l’economia. Il secondo team non ha esperienza, manuali o regole cui rivolgersi. Possiede però l’entusiasmo per proiettarsi nel futuro con progetti nuovi concepiti in modo affatto nuovo. Il suo è un cambiamento discontinuo, frutto di un assalto un po’ selvaggio del pensiero rivoluzionario al modo di pensare nella zona di conforto dove il cambiamento che conta è quello tranquillizzante di cambiare nel segno della tradizione. Che si avverta il bisogno di tanta sperimentazione balza agli occhi leggendo il “Manifesto per l’imprenditorialità e l’innovazione per sostenere la crescita nell’UE” (http://startupmanifesto.eu) pubblicato da imprenditori di successo emergenti nell’economia della rete Internet. Si legge nel manifesto: “I giorni in cui ci si affidava alle grandi aziende e al governo per la creazione di lavoro sono finiti. Molti dei milioni di posti di lavoro persi negli ultimi cinque anni non torneranno come prima. L’imprenditoria, che e? stata unmotore di crescita negli Stati Uniti, non e? stata coltivata in modo efficace o sistematico in Europa. Per creare più affari e nuove imprese ci vuole più che un cambiamento di politica. Ci vuole un cambiamento di mentalità. [….] Dobbiamo assicurarci di avere le politiche, le modalità di funzionamento e le ambizioni di successo. Dobbiamo affrontare il fatto che l’Europa continentale attualmente non crea nuove attività destinate alla crescita né produce, a differenza di altre parti del mondo, imprenditori fiduciosi dell’ambiente che il proprio paese prevede per le nuove imprese”.