Petrolio, il “fracking” troppo costoso

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A cura di Antonio Arricale I trivellatori statunitensi, già colpiti dalla picchiata dei prezzi petroliferi, hanno denunciato i nuovi regolamenti per la conduzione del fracking, dicendo che così sarà costosa e inutile. Fracking A cura di Antonio Arricale I trivellatori statunitensi, già colpiti dalla picchiata dei prezzi petroliferi, hanno denunciato i nuovi regolamenti per la conduzione del fracking, dicendo che così sarà costosa e inutile. Fracking è il termine inglese usato per definire la tecnica controversa della fratturazione idraulica (hydraulic fracturing) inventata già agli inizi del Novecento per estrarre gas naturale e petrolio dalle rocce di scisto (shale gas), cioè quelle presenti nel sottosuolo che si sfaldano più facilmente. La tecnica della fratturazione idraulica consiste nel perforare il terreno fino a raggiungere le rocce che contengono i giacimenti di gas naturale e successivamente iniettare un getto ad alta pressione di acqua mista a sabbia e altri prodotti chimici per provocare l’emersione in superfice del gas. Il fracking ha innescato un boom della produzione greggio negli ultimi dieci anni, dopo che le società di trivellazione hanno acquisito maggiori conoscenze su come permettere il rilascio di petrolio e gas tramite l’uso di acqua, prodotti chimici e sabbia. La tecnica è stata un tale successo che è portato ad un aumento della produzione statunitense, provocando un crollo dei prezzi senza precedenti. L’uso massiccio del fracking negli Stati Uniti ha rivoluzionato il settore energetico, ma ha anche destato preoccupazioni sul fronte ambientale. Dopo tre anni di dibattito, il Dipartimento dell’Interno degli Stati Uniti, venerdì ha dichiarato che i trivellatori che operano su terreni federali avuti in concessione devono rivelare le sostanze chimiche che utilizzano, rispettare gli standard qualitativi e legislativi per la costruzione per pozzi e assicurare lo smaltimento dell’acqua contaminata. “I regolamenti messi a punto dall’ente regolatore, provocheranno sicuramente una fuga dai terreni federali e dalle riserve indiane, verso quelli a proprietà privata, governata da semplici e più flessibili norme statali”, ha detto Mark Barron, avvocato di Western Energy Alliance, un gruppo industriale con sede a Denver tra i cui membri compaio big del settore energetico come ConocoPhillips, Halcon Resources e QEP Resources. “Questo costerà sicuramente posti di lavoro locali e un taglio alle entrate”. Barron rappresenta legalmente Western Energy Alliance ed Independent Petroleum Association of America, in una causa intentata per contestare i nuovi regolamenti sul fracking proposti dal governo, presso la corte federale Wyoming. Secondo Western Energy Alliance i nuovi regolamenti federali incideranno per 97 mila dollari di costo, su ciascun pozzo trivellato. I conti sono presto fatti, visto che il fracking prevede che più pozzi, o fratture, vengono indotte e più aumenta la permeabilità delle rocce intorno ai pozzi, a garanzia di una più copiosa estrazione di greggio. Borse asiatiche Borse asiatiche positive questa mattina in scia all’andamento di venerdì a Wall Street. Il Nikkei ha guadagnato un punto percentuale salendo a 19754 punti, Hong Kong segna un progresso dello 0,45% mentre Shanghai sale dell’1,9% circa. Poco mossa Seoul che ha chiuso praticamente invariata. L’idea di un nuovo intervento da parte della Cina a sostegno dell’economia e la consapevolezza che la Fed non sia intenzionata ad alzare i tassi nel breve termine stanno sostenendo gli acquisti sui mercati azionari. In materia di tassi di interesse è intervenuto anche il Presidente della Fed di Atlantia, Lockhart, che nel suo discorso presso la University of Georgia Law School, ha sottolineato come le previsioni macroeconomiche diffuse dalla Fed settimana scorsa difficilmente rappresentino una modifica ai fondamentali per la costante crescita degli Usa né verosimilmente faranno rit ardare il previsto incremento dei tassi. “Continuo a credere che metà anno, o poco più in là, sia la tempistica appropriata”, ha dichiarato. “Non posso essere certo che accada in quei tre mesi ma penso che sia realistico prevedere che in quel lasso di tempo affronteremo la decisione e le possibilità di un rialzo sono elevate”, ha aggiunto. Per quanto concerne i singoli titoli da segnalare che Sharp ha segnato un progresso prossimo al 5% a Tokyo dopo che Terry Gou, chairman di Hon Hai Precision Industry (il colosso di Taiwan meglio noto come Foxconn), ha dichiarato che la società sta valutando possibili investimenti e opportunità di partnership con il gruppo giapponese dell’elettronica da tempo in crisi. “Qualsiasi investimento dovrebbe essere basato sul beneficio comune e, in particolare, sulla possibilità che Foxconn abbia il diritto di partecipare alla gestione del business per raggiungere l’obiettivo condiviso di crescita sostenibile e profittabilità”, ha dichiarato Gou sabato al Wall Street Journal. Nel 2012 Foxconn aveva già raggiunto un accordo per acquisire il 9,9% del capitale di Sharp, investendo circa 800 milioni di dollari, ma l’operazione era saltata a causa del netto deprezzamento del titolo a Tokyo. Settimana scorsa Sharp ha smentito le indiscrezioni sul possibile spin-off del business nei monitor a cristalli liquidi all’interno di un piano di salvataggio in fase di negoziato con i creditori. Il quotidiano Sankei aveva riportato l’ipotesi, legata alla ristrutturazione in arrivo che potrebbe prevedere anche l’uscita dal business Usa nei televisori. Giovedì le agenzie stampa giapponesi avevano scritto che al costo di 200 miliardi di yen (oltre 1,5 miliardi di euro) Sharp si starebbe preparando a una significativa ristrutturazione che comporterebbe 6.000 licenziamenti (equame nti divisi tra Giappone e resto del mondo), pari al 12% del suo organico complessivo, in vista della chiusura il prossimo 31 marzo del terzo esercizio consecutivo in rosso. Sul fronte macroeconomico asiatico il governatore della Bank of Japan (BoJ) Haruhiko Kuroda ha confermato ancora una volta lunedì gli obiettivi dell’istituto centrale nipponico in tema d’inflazione dopo averli illustrati al premier Shinzo Abe. “Ho spiegato che l’economia rimane sui binari della ripresa”, ha detto alla stampa Kuroda dopo l’incontro con Abe. “Il declino dei corsi del greggio smetterà di impattare sui prezzi al consumo, per cui non ci sono modifiche al trend dell’inflazione”. Settimana scorsa, Kuroda aveva dichiarato che la Boj farà gli aggiustamenti necessari per raggiungere “il prima possibile” l’obiettivo del 2%. Target previsto “per l’esercizio 2015”, in chiusura il 31 marzo 2016. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso l’ultima seduta della settimana in rialzo grazie principalmente al calo del dollaro. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,94%, l’S&P 500 lo 0,9% e il Nasdaq Composite lo 0,68%. La discesa del biglietto verde ha agevolato il recupero delle quotazioni del petrolio. Nell’arco della settimana il Dow Jones ha guadagnato complessivamente il 2,13%, l’S&P 500 il 2,66% e il Nasdaq Composite il 3,18%. Tra i singoli titoli Tiffany -3,91%. Il gruppo del lusso ha chiuso il quarto trimestre con un utile di 1,51 dollari per azione, 1 centesimo più delle attese, ma ha fornito un outlook deludente. Nike +4,01%. L’utile del gruppo di abbigliamento sportivo nel terzo trimestre è cresciuto più del previsto a 791 milioni di dollari (0,89 dollari per azione) da 682 milioni dello stesso periodo di un anno prima. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,85 dollari. I ricavi sono aumentati del 7% a 7,46 miliardi. KB Home +8,42%. Il costruttore di case ha annunciato risultati superiori alle attese. Nel primo trimestre l’utile è calato a 0,08 dollari per azione da 0,12 dollari di un anno prima. Il dato è superiore alle attese (consensus 0,02 dollari). Meglio del previsto anche i ricavi, aumentati a 580,1 milioni da 450,7 milioni (consensus 477 milioni). Biogen Idec +5% grazie ai positivi risultati ottenuti dal trattamento per la cura dell’Alzheimer. Macerich -4,56%. Simon Property Group, numero uno dei centri commerciali negli Stati Uniti, ha alzato l’offerta per l’acquisto della rivale a 95,50 dollari per azione (+4,50 dollari rispetto alla proposta precedente). La nuova offerta valorizza Macerich 16 ,8 miliardi di dollari (escluso il debito). Simon Property ha detto che non ci saranno ulteriori offerte al rialzo. Darden Restaurants +2,77%. La catena di ristoranti ha pubblicato una trimestrale in crescita e superiore alle attese. Nel terzo trimestre l’utile è aumentato a 133,8 milioni di dollari da 109,7 milioni dello stesso periodo di un anno prima mentre i ricavi sono saliti a 1,73 miliardi da 1,62 miliardi. L’utile per azione adjusted si è attestato a 0,99 dollari. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,84 dollari su ricavi per 1,724 miliardi. Le vendite a parità di negozi sono cresciute del 3,6% contro il +2,4% previsto dal consensus. Per il trimestre in corso la società stima un utile per azione compreso tra 0,91 e 0,94 dollari (consensus 0,89 dollari). Europa Le principali Borse europee hanno aperto la prima seduta della settimana in ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,6%, il Cac40 di Parigi lo 0,5%, il Ftse100 di Londra lo 0,3%. Sopra la parità l’Ibex35 di Madrid (+0,3%). Italia Il Ftse Mib segna -0,18%, il Ftse Italia All-Share -0,12%, il Ftse Italia Mid Cap +0,34%, il Ftse Italia Star -0,39%. A Piazza Affari troviamo in flessione FCA (-1,7%), in sintonia con l’indice EURO STOXX Automobiles & Parts a -2% circa, seguita dai titoli del se ttore lusso Moncler (-1,6%), Tod’s (-1,2%) e Luxottica (-0,3%), penalizzati da alcuni report negativi. Deboli i petroliferi in scia al calo del greggio in accentuazione negli ultimi minuti. L’indice EURO STOXX Oil & Gas perde circa l’1%. Deboli a Milano Eni (-1%), Saipem (-0,9%), Tenaris (-0,1%). Buon avvio per Pirelli (+2,4% a 15,61 euro) dopo l’annuncio ufficiale dell’accordo tra l’azionista di riferimento Camfin per la cessione della quota a China National Tire & Rubber (controllata da ChemChina) a 15 euro per azione, con parziale reinvestimento da parte di Camfin e successiva OPA allo stesso prezzo finalizzata al delisting. Maire Tecnimont (+2,4% a 2,44 euro) guadagna ulteriore terreno dopo il quasi +13% di venerdì in scia ai dati 2014 (utile pari a €50,6 milioni, in miglioramento del 443%, escludendo le commesse di Cociv e Copenhagen). Oggi Barclays alza il target price di Maire Tecnimont a 3,35 euro dai 3 euro precedenti e conferma la raccomandazione “overweight”.


I dati macro attesi oggi Lunedì 23 marzo 2015 12:00 GB Indice CBI attese ordini industria mar; 15:00 USA Vendite abitazioni esistenti feb; 15:30 EUR Audizione Draghi (BCE) al Parlamento europeo; 16:00 EUR Indice fiducia consumatori (flash) mar.