Petrolio: sul Wti il future aprile guadagna l’1,45% a 34,24 dollari al barile

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Il punto. Piazza Affari sulla parità a inizio giornata dopo tre sedute consecutive in rialzo. Gli indici milanesi registrano scostamenti minimi, mentre l’attenzione degli operatori resta rivolta agli appuntamenti principali sul fronte macreoconomico Usa in calendario in settimana: il Beige Book della Fed domani e i dati sul mercato del lavoro venerdì. 

Il Ftse All Share segna +0,1% e il Ftse Mib +0,08%. +0,02% per Parigi e Londra, mentre Francoforte, ieri la peggiore, sale dello 0,54%. 
Sul mercato dei cambi, euro sui livelli della vigilia a 1,0874 dollari (1,0876 ieri in chiusura) e 122,77 yen (122,59), mentre il rapporto dollaro/yen è a 112,91 (112,72). 
Sale il prezzo del petrolio: il future aprile sul Wti guadagna l’1,45% a 34,24 dollari al barile.
In calo sotto i 130 punti base lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco in apertura di giornata è a 129 punti base dai 131 punti della chiusura di ieri. Il rendimento del decennale italiano è stabile all’1,42% del finale di ieri.

Borse asiatiche
Giornata complessivamente positiva in Asia dopo la débàcle che aveva caratterizzato gli scambi sui listini cinesi la settimana prima.
Positiva Shanghai che sale dell’1,5% e Shenzhen che recupera il 2,5%. Bene anche Hong Kong +0,8%, Taiwan è0,9%, Sydney +0,85%, Mumbay +2,3% e Tokyo +0,37%.
Chiusura in moderato rialzo per la Borsa di Tokyo. La giornata si è conclusa con l’indice Nikkei che ha terminato le contrattazioni in crescita dello 0,37% a 16.085,51 punti, mentre il più ampio Topix ha mostrato un progresso dello 0,2% a 1.300,83 punti.
Buone indicazioni dal fronte economico con la produzione industriale giapponese che ha segnato a gennaio un +3,7% su base mensile dopo il -1,7% del mese precedente. Il consensus era per un progresso meno marcato del 3,2%.

Borsa Usa
Ieri Wall Street ha chiuso vicino ai minimi intraday nonostante il prezzo del petrolio sia salito di quasi il 3%. Per il Dow Jones il mese di febbraio è terminato in rialzo dello 0,3% (il migliore guadagno dallo scorso novembre) mentre per l’S&P 500 e il Nasdaq c’è stato rispettivamente un -0,4% e un -1,2%. L’indice benchmark e quello tecnologico hanno archiviato il terzo mese di fila in calo per la prima volta dalla striscia temporale negativa durata cinque mesi e finita nel settembre 2011. I trader hanno spiegato la performance di ieri citando ordini di vendita arrivati nell’ultima ora di scambi ed associati alla fine del mese.

Sul fronte valutario, il dollaro ha perso quota contro lo yen. Gli investitori hanno preferito trovare rifugio nella valuta giapponese dopo un G20 che non ha soddisfatto nel fornire soluzioni concrete per calmare i mercati e sostenere la crescita globale. Il biglietto verde ha perso l’1,1% arrivando a comprare 112,74 yen. La divisa americana ha perso l’1,4% contro il rublo russo, comprandone 75,19 unità. Un dollaro comprava 18,13 peso messicani (-0,7%).

L‘azionario Usa non ha brindato alla decisione della banca centrale cinese di tagliare ulteriormente le riserve che gli istituti di credito locali devono avere. La mossa è stata annunciata dopo la chiusura dello Shanghai Composite, che aveva perso quasi il 3%. 
Il Dow Jones ha lasciato sul terreno 123,47 punti, lo 0,74%, a quota 16.512,5. L’S&P 500 ha ceduto 15,82 punti, lo 0,81%, a quota 1.932,23. Il Nasdaq ha registrato una flessione di 32,52 punti, lo 0,71%, a quota 4.557,95. Il petrolio ad aprile al Nymex ha finito ieri a 33,75 dollari al barile, massimo del 6 gennaio. A febbraio il contratto ha aggiunto lo 0,39%, primo mese positivo dallo scorso ottobre.

Nel reddito fisso, i Tresury ieri hanno guadagnato terreno archiviando il secondo mese di fila in rialzo. La domanda dei titoli di stato Usa così come quelli del Regno Unito e della Germania è stata alimentata dal calo dei prezzi al consumo nell’Eurozona, a febbraio scesi dello 0,2% rispetto a un anno prima. Il timore di deflazione gonfia le attese degli investitori per nuovi stimoli da parte della Banca centrale europea. A sostenere i prezzi dei Treasury ieri è stato anche il riposizionamento tipico di fine mese dei portafogli dei gestori. Il decennale ha guadagnato 7/32 con rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – all’1,740% dall’1,766% di venerdì scorso. A fine gennaio i rendimenti erano pari all’1,928%. Per fare un confronto il Bund tedesco con la stessa scadenza ieri era allo 0,11%, minimi dell’aprile 2015 quando chiuse a un valore mai toccato prima e pari allo 0,073%. Il decennale britannico riparte oggi dall’1,335%. Il trentennale Usa ha aggiunto 12/32 al 2,616%. Il titolo a due anni ha guadagnato 1/32 allo 0,787% e quello a cinque anni ha registrato un rialzo di 3/32 all’1,220%.
L’andamento dei Treasury dipende da tre fattori: se il greggio ha toccato o meno il fondo, se la Cina saprà evitare un rallentamento peggiore delle stime e se l’economia Usa si mostrerà resistente ai venti contrati che spirano dall’estero. Da questi fattori dipende la politica monetaria della Federal Reserve. Il rapporto sull’occupazione del mese scorso in arrivo venerdì delineerà il quadro in vista della riunione della banca centrale Usa del 15 e 16 marzo prossimi.

Europa
Le indicazioni in arrivo dall’inflazione di Eurolandia sostengono i listini europei. Causa la debolezza delle risorse di base, a febbraio l’indice generale dei prezzi di Eurolandia ha accusato un calo dello 0,2% dal +0,3% del mese precedente, tornando sui minimi a oltre un anno (ossia a prima dell’annuncio del varo del QE da parte della Bce). 
In attesa delle nuove misure di stimolo da parte della Banca centrale europea l’Ibex ha terminato in rialzo dell’1,34% (8.461,4 punti), il Cac40 è salito dello 0,9% (4.353,55) e il Ftse100 ha chiuso piatto (+0,02% a 6.097,09). Lieve segno meno per il Dax (-0,19% a 9.495,4).

Italia
Seduta in rialzo per Piazza Affari in una giornata, quella di ieri, che ha visto il nuovo strappo ribassista dell’euro e la discesa dei rendimenti dei bond governativi dell’Eurozona. L’indice Ftse Mib ha chiuso con un rialzo di oltre mezzo punto percentuale in area 17.623,07 punti.
Il cambio euro/dollaro è sceso a 1,086 euro, i minimi delle ultime quattro settimane, dopo che i dati Eurostat hanno evidenziato il ritorno in negativo dell’inflazione della zona euro a febbraio con un -0,25% dal precedente +0,3%. Le pressioni deflattive vanno ad alimentare ulteriormente la pressione sulla Bce per espandere le misure di stimolo monetario nel prossimo meeting del 10 marzo. 
Sul secondario si è vista una corsa al Bund tedesco, con il rendimento del decennale sceso in area 0,10% e vicino ai minimi storici.

Scatto deciso di FCA (+3,86% a 6,32 euro) in scia alle ultime indiscrezioni di stampa su possibili operazioni di M&A con protagonista il gruppo del Lingotto, che potrebbe tornare a valutare l’opzione di un’integrazione con la francese PSA. Un’occasione per discutere tra i vari big mondiali dell’auto sarà il Salone dell’Auto di Ginevra. 
Contrastato il comparto bancario: Montepaschi ha ceduto il 4,87% a 0,489 euro, Popolare dell’Emilia Romagna l’1,91% a 4,70 euro, Popolare di Milano lo 0,93% a 0,636 euro. In controtendenza Ubi Banca e Unicredit che hanno guadagnato rispettivamente lo 0,74% a 3,526 euro e l’1,06% a 3,418 euro. 
Positiva Eni (+1,33% a 12,88 euro) in scia alla doppia promozione arrivata questa mattina da Citigroup, che ha alzato il giudizio a buy da neutral, e da Equita, che ha portato la raccomandazione a buy dal precedente hold. 
Nel settore oil balzo di Saipem (+5,36% a 0,379 euro), mentre Tenaris è avanzata del 2,44% a 10,07 euro.


I dati macro attesi oggi
Martedì Primo marzo 2016
02:00     CNY       Indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero (Feb) 
02:45     CNY       Indice Manifatturiero PMI – Caixin (Feb)  
04:30  AUD          Annuncio del tasso d’interesse (Mar)  
04:30     AUD       Dichiarazioni sulle decisioni relative ai tassi d’interesse della RBA 
09:55     EUR       Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero (Feb)          
09:55     EUR       Variazione della disoccupazione in Germania (Feb)
10:30     GBP       Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero (Feb)  
14:30     CAD       PIL (Mensile) (Dic)
16:00     USD       Indice ISM dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero (Feb)