Pianeta Mare Film Festival, cinema green a Napoli: le sfide del pianeta. Ecco i vincitori

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in foto Max Mizzau, Ttta Fiore, Massimo Pronio, Valerio Ferrara con due giovani filmaker del Film Lab di Napoli

Dall’Amazzonia al Bangladesh, dalla Louisiana al Suriname. La quarta edizione del Pianeta Mare Film Festival Internazionale di Napoli (PMFF) si conferma tra gli appuntamenti più rilevanti del cinema ambientale internazionale, con un’edizione che ha intrecciato arte, impegno e sguardo globale sulle emergenze climatiche e sociali del pianeta.

Il premio come miglior film è andato a “Lowland Kids” di Sandra Winther, coproduzione danese-statunitense prodotta dal regista Leone d’Oro Darren Aronofsky. Il documentario racconta la battaglia di due adolescenti americani contro gli effetti del cambiamento climatico che stanno cancellando l’Isle de Jean Charles, ribattezzata come l’isola dei primi rifugiati climatici degli Stati Uniti.
La giuria tecnica, composta da Chloé Batissou, George Panopoulos, Fabrizio Rongione e Valia Santella, ha premiato il film per “la capacità di trasformare una tragedia ambientale in un racconto intimo e universale sull’amore, la resilienza e la perdita della propria terra”.

Menzione speciale, poi ribadita anche dalla giuria giovani, per “Monikondee”, film che dà voce alle comunità indigene di Guyana e Suriname, minacciate dallo sfruttamento minerario e dall’inquinamento dei fiumi. Un’opera definita “di grande impatto visivo e morale, che chiede di ripensare il prezzo del progresso”.

Nella sezione Panorama Oltremare, la giuria di qualità — composta da Agathe de Lorme, Greta Esposito e Massimo Pronio (Commissione europea in Italia) — ha premiato “Lost Land” di Akio Fujimoto, coproduzione tra Giappone, Francia, Malesia e Germania che racconta la drammatica condizione del popolo Rohingya nei campi profughi del Bangladesh.
Menzione speciale a “Il sentiero azzurro” di Gabriel Mascaro, viaggio poetico di un’anziana donna che risale i fiumi amazzonici per riconquistare la propria libertà. “In vista della prossima COP30 in Amazzonia – ha scritto la giuria – l’opera risuona come un richiamo alla responsabilità collettiva verso i fiumi e le comunità che li abitano”.

Il direttore del PMFF, Max Mizzau Perczel, ha sottolineato l’ampia partecipazione all’edizione 2025: “Abbiamo registrato oltre 5.000 spettatori in cinque giorni di festival, con il 70% di giovani nei luoghi simbolo delle università napoletane. È un segnale di entusiasmo e di consapevolezza crescente, che nasce anche dal patto con scuole e comunità locali”.
Tra i partner principali figurano la Film Commission Regione Campania, la Commissione europea, HSPI e la Fondazione Banco di Napoli.

Il festival ha inoltre consolidato il legame con le università italiane grazie al Giro d’Italia dei Film Lab del PMFF, partito a maggio con tappe a Genova, Venezia (in collaborazione con il CNR) e Napoli.
All’Università Suor Orsola Benincasa, sede del master in Cinema e Televisione diretto dal premio Oscar Nicola Giuliano, si sono svolte tutte le proiezioni dei cortometraggi in concorso.
Il primo premio è andato a “Headland” di Mariana Duarte, “per la sensibilità con cui racconta l’impatto del cambiamento climatico su una comunità di pescatori scozzesi”.
Menzione speciale per “Papillon” di Florence Miailhe, “per l’uso poetico dell’acqua come metafora di libertà e prigionia”.

Grande attenzione anche per il nuovo Focus Campania, dedicato alle produzioni del territorio, che ha visto trionfare la regista cilentana Giulia Minella con “Maccaria”, un racconto di emancipazione e identità che restituisce al mare campano la sua dimensione simbolica e vitale.
Menzione speciale della giuria del corso di Scienze della Comunicazione del Suor Orsola Benincasa al film “All’alba” di Ilaria Lombardi, “per aver raccontato con delicatezza la memoria vivente di una comunità attraverso la storia di due pescatori flegrei”.

La Giuria giovani, composta da studenti universitari italiani e internazionali (tra cui una ricercatrice canadese), ha assegnato il premio per il miglior lungometraggio a “Nel tempo di Cesare” di Angelo Loy, documentario sulla vita dei pescatori di anguille del Tevere. Per la stessa giuria, il miglior cortometraggio è “Fish River Anthology” della regista finlandese Veera Lamminpää.

Novità di quest’anno anche la Giuria giovani WWF, formata da attivisti dell’associazione con il coordinamento di Raffaele Lauria, che ha premiato “Last Dive”, “un viaggio epico di redenzione personale e responsabilità collettiva” sul legame tra un veterano della marina americana e una manta oceanica.

“Siamo orgogliosi di sostenere il Pianeta Mare Film Festival sin dalla sua nascita nel 2022 – ha dichiarato Maurizio Gemma, direttore della Film Commission della Regione Campania – perché rappresenta un laboratorio di formazione e un potente strumento di divulgazione dei temi ambientali ed ecologici cruciali per il futuro del nostro pianeta”.

in foto Giulia Minella Maccaria