Pittura, grande successo per la mostra Vesuvii di Lino Fiorito

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Una grande risposta quella ottenuta dalla mostra Vesuvii di Lino Fiorito, inaugurata Sabato 5 Marzo presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’esposizione , che sarà visitabile fino a Lunedì 4 Aprile 2016, si colloca in un colloquio diretto con le collezioni del museo, offrendo una visione quanto mai originale del profilo paesaggistico partenopeo, uno dei simboli più riconoscibili della città di Napoli.

Dalle sette opere in mostra,  il Vesuvio viene fuori con una pennellata leggera. I colori sono tenui, del resto la tecnica scelta è quella dell’acquerello, e sembrano quasi emergere dalla superficie del quadro con fare trasognato. Il vulcano che Fiorito ci propone non è quello minaccioso e devastatore della tradizione, ma è un Vesuvio da cartolina: sublime e godibile agli occhi anche quando in eruzione, anche se fumante.  Come lo stesso artista racconta, il suo intento è stato quello di strappare quanto del Vesuvio sappiamo, immaginiamo e abbiamo appreso, dal circuito della quotidianità. “Nelle mie opere ci si può veder quel che si vuole, io volevo semplicemente disegnare un Vesuvio“, spiega. E così dai rosa, dai gialli ocra,  gli azzurri del mare quieto  si passa ad un più malinconico bianco e nero. Si fa fatica ad immaginare la mano dell’artista a lavoro sulle sue opere: sembra che forme e colori semplicemente affiorino. 

E’ sicuramente impossibile non vedere nell’esposizione, organizzata con il Matronato della Fondazione Donna Regina per le arti contemporanee ed il contributo di Paolo Bowinkel Galleria d’Arte, una connessione fortissima tra la struttura che la  ospita ed  il tema adottato. Non è la prima volta, del resto, che il Museo Archeologico Nazionale, sempre accorto al dialogo tra arti antiche e produzione contemporanea,  dedica attenzione all’argomento, avendo già ospitato nei suoi ambienti Magma, lavoro fotografico di Antonio Biasiucci. Il Vesuvio ha, con le sue eruzioni, preservato un patrimonio culturale ed umano fondamentale per le generazioni presenti nonché un ritratto puntualissimo della nostra storia, come sottolinea Marco De Gemmis, responsabile del Coordinamento Tecnico-Scientifico, promotore dell’evento. 

E’ facile cedere alla tentazione di aggiungere nuove rappresentazioni allo sterminato repertorio stratificatosi nel corso del tempo. Più difficile è entrarvi a far parte con nuovi punti di vista. Vi è riuscito , abbastanza recentemente Warhol: creando una celebre serie di quadri urlanti, esplosivi. Ci riesce, oggi, Lino Fiorito: al contrario impegnando nella sua impresa una voce sommessa eppure capace di giungere lontano“, puntualizza.

 E spiega come l’effetto visivo ottenuto dall’artista nasca da uno spogliare il paesaggio, a tutti assai noto, dalla soffocante edilizia  per renderlo, così, arioso e, perché no, giocoso. 

Napoli non sarebbe Napoli senza il suo Vesuvio. E’ a quel vulcano dissidente che deve la sua eredità, la ricchezza di una cultura controversa e antichissima. Lino Fiorito traduce questo rapporto, ancora vivissimo, con un’esposizione, Vesuviii, che rielabora  i codici consueti e ci restituisce l’immagine di pendici serene e di un mare che, sotto quelle creste, si distende placido, azzurrissimo.