Poche sorprese dai verbali Fomc

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Il punto. Poche sorprese dai verbali del Fomc, ieri sera. La maggior parte dei componenti del comitato operativo della banca centrale sono favorevoli ad un rialzo dei tassi in tempi  “abbastanza rapidi” è riportato nella minuta dell’ultima riunione. Tuttavia permangono incertezze legate alle politiche fiscali di Trump. Da qui un deprezzamento della moneta Usa che nei confronti dell’euro ha perso poco più di 80 pip arrivando a scambiare a 1,0574. Ritracciamento che nel corso della seduta asiatica si è esaurito a favore di un trend che riprende ad essere short. Al momento la coppia Eur/Usd viene scambiata a 1,0544.

Tokyo ha chiuso con il Nikkei 225 -0,04%, Shanghai Composite -0,31% e Shanghai Shenzhen Csi 300 – 0,47%.
Le principali Borse europee si muovono in territorio positivo: Ftse Mib di Milano +0.26%, il Dax30 di Francoforte +0.12%, il Cac40 di Parigi +0.27%, l’Ibex35 di Madrid +0.44%, il Ftse100 di Londra +0.02%.

PIAZZA AFFARI

Borsa italiana sopra la parità: Ftse Mib +0.26%. Lo spread, che ieri si è riavvicinato verso quota 200 dopo il giudizio di Bruxelles assai severo sui nostri conti pubblico e sulla crescita del nostro debito, questa mattina ha aperto in ribasso, a quota 190 punti ed ora è attestato su 198.10. 
A Piazza Affari si guarda con attenzione alle società che oggi presenteranno i proprio conti 2016: Salini Impregilo e Saipem.

BORSE ASIATICHE

Piazze asiatiche condizionate in negativo dalla pubblicazione dei verbali del meeting di 31 gennaio-1° febbraio del Federal Open Market Committee, che indicano la volontà di aumentare gradualmente i tassi d’interesse ma, secondo gli osservatori, la possibilità che questo avvenga già in marzo si sono ridotte.

Il mercato azionario di Tokyo ha chiuso con il Nikkei 225 per la seconda seduta consecutiva sostanzialmente sulla parità, anche se in negativo dello 0,04%. 
In controtendenza la piazza di Seoul, con il Kospi che, pure sulla parità, segna un progresso dello 0,05% in chiusura.

L’andamento generale è quindi poco mosso ma complessivamente in negativo, come viene confermato dalla perdita intorno allo 0,10% dell’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che mercoledì aveva toccato di nuovo i massimi dal luglio 2015.

A Sydney i titoli legati alle commodity segnano significative flessioni (Rio Tinto registra addirittura un crollo del 5,45%) e l’S&P ASX 200 si deprezza dello 0,35% in chiusura.

Andamento simile anche per le piazze cinesi: Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono infatti lo 0,31% e lo 0,47% rispettivamente. 
Riesce a rimanere invece in positivo lo Shenzhen Composite, che limita comunque allo 0,08% il suo guadagno. A circa un’ora dallo stop alle contrattazioni Hong Kong è allineata a Shanghai: l’Hang Seng perde infatti circa lo 0,30%.

BORSA USA

La Borsa di New York ha chiuso la seduta poco mossa. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,16% mentre l’S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno perso rispettivamente lo 0,11% e lo 0,09%.

VALUTE E MATERIE PRIME

L’incertezza emersa dalla pubblicazione dei verbali Fomc  si è riflessa sull’andamento della valuta Usa: il Bloomberg Dollar Index, paniere che monitora la valuta Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, è in marginale progresso dopo avere perso lo 0,20% mercoledì. 
Minimo anche l’apprezzamento dello yen sul dollaro, ma la valuta nipponica aveva già guadagnato lo 0,30% mercoledì.

Sul fronte delle materie prime, da segnalare il declino superiore all’1% del rame a Londra (terza seduta consecutiva in arretramento), mentre anche l’alluminio perde terreno a causa della crescita delle riserve in Cina.

Oro e petrolio in aumento, al momento quotano rispettivamente 1237.8005 (+0.02%) e il Brent 56.68 al barile (+1.50%).

I DATI MACRO

Powell della Fed possibilista su rialzo dei tassi in marzo

Dopo anni di prospettive per una nuova frenata, l’economia Usa appare attualmente in maggiore equilibrio, tanto da permettere alla Federal Reserve (Fed) di alzare gradualmente i tassi d’interesse. Così si è espresso mercoledì, parlando presso il Forecasters Club of New York, Jerome Powell, membro del Federal Open Market Committee (Fomc, la commissione della Fed che si occupa di politiche monetarie). Alla domanda se un rialzo sia “sul tavolo” già per il prossimo meeting del Fomc di 14-15 marzo, Powell ha risposto affermativamente aggiungendo che “sarà opportuno aumentare gradualmente i tassi d’interesse, anche molto presto”.

USA: aumentano le vendite di case (+3,3%)

Superiore alle attese il dato macroeconomico pubblicato nella giornata di ieri. Le vendite abitazioni esistenti a gennaio sono cresciute più del previsto a 5,69 milioni di unità (+3,3%) contro il +1,1% indicato dal consensus. Il dato di dicembre è stato rivisto a -1,6% da -2,8%.

Giappone: indice anticipatore a 104,8 punti in dicembre

Secondo quanto comunicato dall’Ufficio di Gabinetto nipponico, la lettura finale relativa a dicembre dell’indice anticipatore segna un progresso a 104,8 punti, rivisto al ribasso dai 105,2 punti comunicati su base preliminare, dai 102,6 punti di novembre (100,8 punti di ottobre). Il dato è inferiore rispetto ai 105,5 punti del consensus ma resta il più elevato dai 106,1 punti registrati nel giugno 2015. L’indice di coincidenza, che sintetizza lo stato attuale dell’economia, è invece calato a 114,8 punti dai 115,1 punti di novembre (113,5 in ottobre), dopo la revisione dai 115,2 punti della lettura preliminare.

Giappone: indice prezzi Cspi cresce dello 0,5% in gennaio

Secondo quanto comunicato dalla Bank of Japan, in gennaio il Corporate Services Price Index (Cspi, l’indice dei prezzi dei servizi alle imprese) ha segnato un progresso annuo dello 0,5% come in dicembre (la lettura per l’ultimo mese del 2016 è stata rivista al rialzo dallo 0,4%) e in linea con le attese degli economisti (in novembre l’incremento era stato dello 0,3%). Su base mensile l’indice ha invece segnato un declino dello 0,5% contro il progresso dello 0,2% di dicembre. Nell’intero 2016 la crescita era stata dello 0,3% contro l’1,1% registrato nel 2015.

Brasile: Banca centrale taglia i tassi d’interesse al 12,25%

Il Banco Central do Brasil (l’istituto centrale di Brasilia) mercoledì ha come previsto tagliato i tassi d’interesse di altri 75 punti base dal 13,00% al 12,25% dopo la riduzione di pari entità realizzata in gennaio (in dicembre il taglio, il primo in quattro anni, era stato invece di 25 punti base). Il Comitê de Política Monetária (Copom, la commissione che si occupa di politiche monetarie) ha votato all’unanimità la misura, che ha portato i tassi ai minimi dal marzo 2015, e ha segnalato che potrebbe accelerare l’alleggerimento nel tentativo di tirare fuori l’economia brasiliana dalla peggiore recessione mai registrata.

Germania: Pil quarto trimestre 2016 +0,4% t/t

In Germania, l’Ufficio Federale di Statistica (Destatis) ha pubblicato i dati definitivi del Pil relativo al quarto trimestre 2016: l’economia tedesca cresce ad un ritmo moderato. Il dato ha evidenziato infatti un incremento dello 0,4% su base trimestrale confermando la lettura preliminare e sostanzialmente in linea con i dati dei trimestri precedenti (+0,7% nel primo trimestre, +0,5% nel secondo e +0,1% nel terzo). Su base annuale la crescita si è attestata al +1,2%.

Francia: aumenta a febbraio la fiducia delle imprese (Insee)

In Francia migliora lievemente la fiducia degli imprenditori a febbraio: l’indicatore sulla fiducia negli affari calcolato da Insee si attesta a 107 punti superiore sia alla rilevazione precedente che alle attese degli analisti fissate su un indice di 106 punti.

IL CALENDARIO DI OGGI
Giovedì 23 Febbraio 2017

08:00 GER Indice GfK (fiducia consumatori) mar;

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15:00 USA Indice FHFA (prezzi abitazioni) dic;

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